mercoledì 10 luglio 2013

Una storia vera. Scritta nel 2003 per Annalisa, mia insostituibile amica...








Foto dal web


Così si forma un cerchio
    dove l’ inseguito insegue
il suo inseguitore.
 ( Giorgio Caproni)

Capita, a volte. C’è un mistero nelle cose, nelle trame, nei disegni oscuri alla nostra
mente e nelle pulsioni più pure del nostro cuore. Capita di voler bene ad una persona di cui non conosci le fattezze, il volto, il colore dei capelli. Capita di scrivere una poesia ,di dedicarla ad un ‘ amica sconosciuta che senti già parte della tua vita… Meravigliosamente, a me è accaduto. Non conosco Annalisa, è lontana quasi mille chilometri da me. Ma le distanze si annullano, le assenze si fanno vive presenze, quando c’è il desiderio di comunicare per davvero, di aprire la porta segreta dell‘ anima all’ emozione, di respirare insieme, anche se a distanza, il profumo dei fiori, l’ odore degli alberi al tramonto, l’ aria fresca della sera, il vento che solletica gli occhi. Racchiuse in metaforiche parentesi di luna, camminiamo su strade diverse come due rette parallele che all’improvviso, curvate dal caso o dal destino o da una precisa volontà,  si sono intersecate per percorrere insieme una via luminosa e  nuova, fatta di scoperte e di parole , di sensazioni e malinconie, di assonanze e improvvise, bellissime comunanze. Di ricchezza e autentico coinvolgimento. L’ altro ci è sempre vicino, se abbiamo cuore e occhi per vederlo, immaginarlo, farci dono e farci scrigno prezioso che accoglie.
Io l’ ho inseguita, Annalisa. Per essere a mia volta inseguita, forse. I tre versi di Caproni, che ho usato come esergo, li dedico a lei, creatura di petali azzurri, e a tutti quelli che si cercano senza saperlo. Nel cerchio avvolgente che ruota all’infinito, nella magica poesia della vita.



Tu mi hai aperto con la tua fiducia.
                             Paul Eluard

per Annalisa

Il sole buca le persiane chiuse
racconta l’ aria tra i capelli
la terra di un giardino tra le mani.

Non so quale colore
hanno gli occhi e le stanze consuete
linee e contorni
d’ un ignoto silenzio d ‘ armonia.

Vengo leggera e busso
all’ anima bambina che si schiude
ai fiordalisi azzurri
di questa capricciosa primavera.

7 maggio 2003




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