mercoledì 30 dicembre 2015

affiorano indocili pensieri...


                                                                                   ph. mapi giulivo

affiorano indocili pensieri
in questa fine d’ anno di nebbie
di imprecise immagini scolpite
come dal vento
in un incespicare lento
verso nuove ore sconosciute

ci sarà dato di vedere l’ alba
di nuvole e di viola
e quei disegni    con mano di bambini
ancora impressi nel cuore?

sarà la musica a confondere attese
di una luce maldestra
che insinua dubbi oltre le fessure?

sarà questo presente di domande
a scricchiolare il tempo
eterno   inesistente    sconosciuto
che scompiglia paure e righe d’ ombra?

fine d’ anno di umide incertezze
vetri appannati
fotografie   ritagli    tenerezze


trenta dicembre duemilaquindici



venerdì 18 dicembre 2015

nell' ora immaginaria di una stanza...



                                                                  ph. mapi giulivo

nell’ora immaginaria di una stanza
scompongo  fotogrammi…

la luce attraverso le persiane
frammenta visioni dell’intreccio
occhi dilatati alle distanze
e la tua voce a modulare danze

nell’ansia di dire troppo in fretta
di strappare promesse   e cedimenti
stringo ritorni già  programmati
nell’umido incendio dell’abisso
nei gesti non ancora tentati

aspiro ancora queste tue parole
tra scrosci d’acqua
e incerte trasgressioni

per spedirti i miei sogni

inventerò scansioni

lunedì 19 ottobre 2015

lo sguardo che ti spoglia piano piano...


                                                                      ph. mapi giulivo
lo sguardo che ti spoglia piano piano
lava la pelle rorida contusa

l’occhio che ti riflette come specchio
acerbo   muto    socchiude cicatrici

tace lo sguardo
accorto alle lusinghe
sgocciola versi obliqui nel pensiero

e senti  e ami la pupilla chiara
che nel tuo campo asciutto
semina giunchiglie  di poesia


giovedì 17 settembre 2015

un vento di porpora strappa il sipario...





                                                                      ph. mapi giulivo

un vento di porpora strappa il sipario
lasciandoti attore di una scena muta

chi sei   chi sono    nello specchio dei giorni
nel cobalto della soglia avara
di passi e calori    e di suoni

a tutela del sogno    un capriccio d’ onda
cicatrice di un mare arruffato

hai poche scene imparate a memoria
tra pieghe di libri    amori di argilla…



lunedì 7 settembre 2015

tra mille accordi risuona un ritmo...

                                                            


                                                              
                                                                                                            ph. mapi giulivo


tra mille accordi risuona un ritmo

fremito del tuo cuore?

esco dal mio dolore
e ti accompagno

dove conduce il senso unico
del tempo? a quale spiaggia?
dove  delfini muoiono alla riva
del  mare torbido di chi
ha toccato il fondo?

foglie staccate al sogno,
galleggiamo leggere accartocciate
la terra è sempre più lontana

lo strazio d’acqua premia
con lucida poesia…







martedì 11 agosto 2015

La “stella” Sergio Cammariere al Parco Archeologico di Rocelletta di Borgia: la luce intensa della musica…




La “stella”  Sergio Cammariere al  Parco Archeologico di Rocelletta di Borgia: la luce intensa della musica…

Era la notte di San Lorenzo, ma nessuno ha alzato gli occhi al cielo per vedere cadere una stella, ieri sera, 10 agosto, al Parco “Scolacium” di Rocelletta di Borgia, in Calabria, nei pressi di Catanzaro Lido.
La “stella” si è materializzata sul palco , lui, Sergio Cammariere,  ed ha talmente attratto, ipnotizzato il pubblico con la luce della sua musica, che l’ aria quasi non si percepiva più. Era solo il respiro delle note, di una voce , a gonfiare il cuore di emozione e incanto e a  elevare lo sguardo.

La bellezza altera e suggestiva del luogo, antiche  mura romane ricche di storia, evocative e possenti, a fare da cornice ad uno dei più intensi concerti di Sergio Cammariere che io  abbia mai ascoltato. E ne ho seguiti tanti, proprio tanti… 
Era nella sua terra, la Calabria. L’ emozione sul suo volto è stata immediatamente percepibile. Un luccichio nel suo sguardo dall’ espressione dolce e sincera.  Proprio come una stella e non banalmente una “star”, con quella  forza interiore e quella sensibilità che mette tutte nella sua  musica, senza risparmiarsi mai.

Dopo le prime note, un messaggio, con la voce esile e commossa…Sergio si è augurato  che la sua musica potesse donare anche quel fiotto di speranza tanto necessaria in questo mondo sempre più difficile.
Tra  sapienti  e magici giochi di luce , il luogo quasi fiabesco ed un pubblico caldo , coinvolto, straripante, applausi infiniti e standing ovations, Sergio Cammariere ha attraversato il meglio della sua produzione, regalando autentici capolavori di poesia . In stato di grazia, lui ed i suoi musicisti che lo accompagnano da quindici anni: Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabasso, Bruno Marcozzi alle percussioni. In stato di grazia, l’ ospite amico, Fabrizio Bosso alla tromba, che ha quasi lacerato l’ aria con dei fraseggi incredibilmente raffinati ma viscerali,  di rara perfezione, profondi.

E lui, il re pianoforte di Sergio ,  tanto vibrante da far scivolare brividi sulla schiena, arrivare  a toccare l’ anima , ad accarezzare ogni nostro sogno , con il talento di un  tocco  inimitabile, esprimendo qualcosa che è andata  molto oltre la stessa musica , un ‘ ansia quasi spirituale e incessante come il ritmo del mare…come un volo…
Un pensiero, Sergio lo ha dedicato anche al suo paroliere Roberto Kunstler,  amico di un sodalizio consolidato che va avanti da lunghi anni.

Il finale ,  travolgente. Diversi bis, il pubblico  stretto sotto il palco come in un grande abbraccio, quasi a toccare quelle note… tanti cellulari a registrare, scattare foto. Voci che hanno cantato con lui,   in un ritmo  umano e non solo musicale. Questo fa la differenza. La  rara e preziosa grandezza di Sergio Cammariere è anche in quel percepibile amore per il suo pubblico che continua anche dopo il concerto, con  incontri brevi ma in cui  l' artista sa dare ancora  emozioni e non solo freddamente, autografi.


La sua terra  mediterranea,  meravigliosa, accogliente ha risposto alla generosità di Sergio Cammariere con un affetto  fuori dal comune. C’ ero anch’io, che calabrese non sono, ma che ho scoperto e amo  la Calabria  grazie sopratutto lui. A Sergio Cammariere…

mariapia giulivo



sabato 8 agosto 2015

nella chiara azzurrità dell' alba...




                                                                                            ph. mapi giulivo


nella chiara azzurrità dell’ alba
fissare l’ attimo     a precipizio
prima che fugga quel sogno rimandato
a tempi persi    sommersi oltre la riva

il mare  non dorme   non si sveglia
è perpetuo  e  impetuoso canto
o dolce nenia    bizzarra sinfonia

e tu perché hai chiamato anima
la superficie che inganna l’ occhio e il senso
perché sei sceso nel profondo
a cercare coralli e madreperle
tra i relitti del tempo incantatore?

nella danza dell’ acqua c’ero io
ignara del tuo beffardo gioco
che ha disperso parole a perdifiato
e di sale ha scolpito il mio dolore


Inedita in volume



lunedì 13 luglio 2015

Sergio Cammariere a Molfetta: dalla pace del mare lontano echeggiano nuove emozioni..





                                                                                    Ph. ninocagnetta



Sergio Cammariere  a Molfetta
Dalla pace del mare lontano…echeggiano nuove emozioni...

Quando imbocco il tratto che costeggia l’imponente bellezza della Cattedrale di Molfetta, il sole è rosso, rotondo, infuocato e si sta tuffando nel mare che ha una limpidezza specchiata. Le barche sono mollemente appoggiate sull’acqua .  Lo spettacolo  fantastico del paesaggio sembra quasi precedere  la magia di un altro spettacolo, il concerto di Sergio Cammariere  verso il quale mi sto avviando. In lontananza vedo già il grande palco a sinistra del porto. E’ sabato sera 11 luglio, sulla Banchina di San Domenico. Nella città del nord barese che ha scelto per l’ evento “Luci e suoni a Levante”, uno scenario mozzafiato. Che segna la terza tappa di Cammariere del 2015 in Puglia, una terra che dimostra di amare l’artista delle “note blu”. Un artista che ha radici in un’altra meravigliosa terra di mare…

Quando Sergio Cammariere sale sul palco è vestito di rosso. Rossa è anche la predominanza delle luci sulla scena. Rosso, poco prima era il sole… Rosso. Il colore dell’amore, della vitalità, del dinamismo. Della passione e della forza interiore. Dello slancio vitale, delle forti emozioni. Quelle che Sergio, salutando il pubblico, dice che  spera di trasmettere…quelle che ci sono tutte, riflesse nel suo azzurro.
Si è mai stati ad un suo concerto senza fare un grande pieno di emozioni? Chi lo segue da anni come me lo sa. E sa anche che ogni sua  esperienza dal vivo ha un “simbolico” colore diverso, sfaccettature mai uguali.  Il concerto di Molfetta che si snoda fluido e coinvolgente , “raccontando” pezzi tra i più noti e accattivanti del suo repertorio,  lo dimostra. Soprattutto per due ragioni.

Sergio Cammariere  sprigiona  immediatamente una forte energia , con le note del suo pianoforte. Da subito. Più intensa del solito, essa conduce in un’ atmosfera dove sogno e realtà si confondono, dove l’ ispirazione delle note si fa incredibilmente magnetica e suona il  complesso e variegato linguaggio del cuore e dell' anima.  Che culmina in due vere perle del concerto. Una commossa interpretazione che mette i brividi di “Padre della notte” voce e pianoforte solo  ed una “intro” di “Dalla pace del mare lontano” in cui non solo emerge il grande  talento del pianista, ma la sua emozionalità più profonda. Dove le note sembrano davvero arrivare dagli abissi del mare, echeggiando infinite  evocazioni  e sfumature  che è quasi  impossibile descrivere. Un pezzo di  immensa bravura e di generosità che incanta, stordisce, tra note classiche purissime e ritmi interiori fascinosi e trascinanti.
Musica “alta”. No, infatti.  Sergio non propone” canzonette”. Non ha nulla a che fare con la musica di facile ascolto che dura una stagione e poi scompare…Sergio Cammariere ha altro da trasmettere, per chi sa ascoltare …

Il secondo dato che colpisce è una atmosfera generale del concerto  molto swing, molto carezzevole e intrigante. Più tesa verso il jazz. Sarà per la presenza, on stage, oltre che dei suoi affiatati e bravissimi musicisti di sempre, Amedeo Ariano alla batteria, Luca Bulgarelli al contrabasso e Bruno Marcozzi alle percussioni, di un ospite di tutto rispetto,  Daniele Tittarelli ai sassofoni, un nome già noto  e molto promettente del jazz italiano.  Suono pulito e impeccabile, il suo. Senza sbavature. Un andamento ritmico cullante, straordinario, che accompagna le note del pianoforte con una simbiosi che all’ orecchio è piacevolissima , incantata,  inedita.

Alla fine, un terzo bis a sorpresa è la struggente interpretazione di “Estate” di Bruno Marino, l’ unico pezzo italiano diventato uno standard del jazz internazionale. Con il quale Sergio saluta ed augura a tutti una buona estate…

Potrei dilungarmi, ma non credo occorra …Piuttosto un invito, per chi mi legge , è di farla, almeno una volta nella vita, l’ esperienza di un concerto di Sergio Cammariere dal vivo … Lascerà, alla fine, come una specie di vuoto che , forse, avrete voglia di ricolmare. Con un altro concerto di Sergio.
Il pubblico di Molfetta ha ricambiato con grande  calore. Sulla pace del suo mare, Sergio Cammariere ha lasciato un impronta , volando alto e libero  come un gabbiano ,planando su  quell’ acqua serena e densa di riflessi  in  una serena notte di luglio. Indimenticabile…

mariapia giulivo




mercoledì 24 giugno 2015

ritaglio distanze...

               
                                                          
                                                                    ph. mapi giulivo            

                                        And my plane will touch down
                                       on  the day after tomorrow... 

                                                                                                                 Tom Waits


ritaglio distanze   e permanenze
se l’agonia di fiati toglie aria al mattino

tento volo senz’ali    tra nuvole disposte
a ingannare lontananze

se scavo  trovo stelle    l’argento della luna
ed il buio io dissolvo
sopra un  afono canto
che attende il ritmo azzurro
la sincronia di suoni    l’armonioso sussurro
del contatto

col tocco lieve delle dita
tu suoni un blues    sui tasti del mio sangue

per risvegliare accenti

soffia il tuo tempo con i venti

mercoledì 3 giugno 2015

Dalla parte di te...




                                                                                       Ph. mapi giulivo


Era il mare o la tua voce, in quella indimenticabile  notte di nero velluto scuro e cangiante, a sussurrare carezze al mio cuore inquieto e senza mai risposte?

Eri tu ad asciugare le mie lacrime o era la brezza di sale, speziata di menta e tamerici?

Il suono di ogni sillaba era dolce, sapeva di miele. Erano parole. Solo parole. Ma cosa c’è di più forte delle parole? Sono massi di granito rosa, verde, nero, screziato…e tu le modellavi come sculture surreali e scavate, figure dal panneggio morbido eppure definito, dalle fattezze sinuose …dal tratto deciso.

Sempre. C’era un sempre in quell’ attimo notturno senza luna, senza luce , in cui camminavo a tentoni, per non  cadere, non cadere, non cadere…

C’è un sempre in ogni parola che ora scrivo. 

Ricordo il risveglio. Il mare era azzurro, spumeggiava appena. Dentro, una certezza. Un ‘ isola di musica blues e di dissonanze, l’ eco irta di ogni frase , come una arrampicata a perdifiato  o una discesa nel profondo inconoscibile di me stessa. Il mare quella mattina era inclinato. Era un mare diagonale..
Pendeva dalla parte di te…

venerdì 29 maggio 2015

vado con te al tempo dei puledri..





                                                                 ph, mapi giulivo
vado con te al tempo dei puledri
alla fuga d’ignote cavalcate


è rigoglio di glicini
nelle camere d’ombra

scintille schizzate calde spudorate
solletico di rari arabeschi
sulla pelle che trasuda resine

ora bevo rugiade immaginate

mentre tu saltelli e decolori
nel cerchio della vita che implode
in ragione e saggezza

sei velario a stordire orizzonti
olio di seta sui cardini del giorno

io resto qui giullare del tempo,
tra rosso e biacca a dipingermi il viso

pantomima ai tuoi flutti incostanti
ricompongo le attese
in un docile assorto sorriso…


giovedì 21 maggio 2015

oscuramente manifesto è il dato...



                                                                                       ph, mapi giulivo


oscuramante  manifesto è il dato
di fatto e di  precisa assenza
nell’ iride rivolta  verso il basso
alle pietre del fosso fangoso

tu    attento a non sbagliare passi
io verso oriente ad acchiappare luce
da tenere riposta per quei giorni
lacrimosi di te   del tuo dubbioso andare

cammino sola sull’ aguzzo di sassi







martedì 12 maggio 2015

quest'alba travestita dalle rose...

                                                              ph. mapi giulivo

quest’ alba travestita dalle rose
la pagina che fa più rumore

il filo si riannoda                   
con il filo

succhiare  inchiostro
per sete di luce

tacevi – ora parli


io danzo dolce lenta circolare


martedì 5 maggio 2015

questa inutile voglia...





                                                                                                                                        ph. mariapia giulivo


questa inutile voglia     che resta
che imbroglia    a sgualcire cuscini
questa voglia che accende    dipende
impotente nel cratere del buio
questa voglia spietata    spiegazzata
tra coperte a groviglio
questa inutile voglia    che è falsa
e che sa di confine    che mi ruba
vestiti e sapore    e l’ odore
e la voce la voce    che voglia
una voglia di rabbia e sudore
sul mio calco ingiallito    una bocca
sospesa    e la carne mai sazia
che inventa     alimenta
una inutile voglia    che cerca

che imbroglia…

giovedì 16 aprile 2015

in controluce nei pensieri vaghi...





in controluce nei pensieri vaghi
che piangono sogni e nostalgia
di te   mi rendo conto che so poco

indefinita è la tua forma
sfuggente    insufficiente per il gioco
non incline agli specchi

di te ho solo un umido segreto
nella notte      nel vuoto

io sono le cose che mutano
plastico ardito di sentimenti

dove sei ora tu    sfocata immagine
corpo devastato dalle ombre?


sabato 4 aprile 2015

trasparente mi trafigge la luce...




                                                                         ph mapi giulivo


trasparente mi trafigge la luce
d’un nuovo mattino

l’occhio accarezza alla distanza
strappi sul mio sipario

prendo radici in te
altura aspra
dove ogni nebbia si dirada

offro le mani
rami con poche gemme
tendo gli istanti
scarno gioco del tempo

ero morta nel gelo
rinasco nel tuo velo

calice d’oro è il sole

fremito nell’attesa

mariapia giulivo

domenica 1 marzo 2015

questo marzo di nuvole affrante...




                                              ph. mapi giulivo


questo marzo di nuvole affrante
scapricciate dai sogni
questo inizio indeciso scandito
dalla febbre  del tempo interdetto

solitudine appesa ad un chiodo
come anche  la vita     in un quadro
a guardarti beffarda
con quegli occhi senza più luce

questo marzo di inverno gelato
scolorato dal tuo disamore…

giovedì 12 febbraio 2015

non accartoccio passi...




                                                                                                  ph, mariapia giulivo

non accartoccio passi
ma pagine usurate dall’attesa

quando il dolore squarcia
baratto piaghe col rosso della sera
è docile scaldarsi
al tepore di un sogno
ricontare le ore ad una ad una

la vita bussa e si contorce
al gemito dell’alba

tesso giornate lunghe e sulla tela
brilla l’argento vivo dei miei fili

ora le mani frugano nel cuore
cercano le ragioni      il sentimento
pause di fiati
ascolto del silenzio

sono cristallo puro        incorruttibile
attraversami ti prego con la luce

leggi i miei versi
per ritrovare i passi
ed un volo di rondini a dicembre


mercoledì 4 febbraio 2015

Sergio Cammariere a Napoli: l' emozione, la commozione, la poesia...







Le foto, scattate durante il concerto di Napoli, sono di Nino Cagnetta

Sergio Cammariere a Napoli: l' emozione, la commozione, la poesia...


L’ emozione non ha cronologia, tempi, regole. L’emozione fluisce libera e prende alla gola, sciogliendosi spesso in un inspiegabile  luccichio degli occhi. Per scrivere  un mio breve report  del concerto di Sergio Cammariere  a Napoli , al Teatro Augusteo, partirò dalla fine. La serata  del due febbraio è rigida … il pubblico partenopeo, caldo come il sole … E quando, in chiusura, con voce commossa, Sergio Cammariere annuncia il suo omaggio a Pino Daniele, che ha conosciuto … ed ha sentito sempre molto “in alto”….alza lo sguardo al cielo. Come se quell’ alto, fosse ora non solo la statura artistica di Pino…ma un alto spirituale che lo pone al di sopra del cielo e delle  nuvole…un alto da cui non scenderà mai più se non con la sua musica. Sergio è visibilmente toccato. E quando intona “Napul’è” con la sua straordinaria capacità di interprete, il pubblico dell’ Augusteo canta. Tutti sono in piedi.  Un momento così forte, intenso, che sarà difficile da dimenticare…una emozione che ha toccato le corde profonde dell’ anima.

Questo momento quasi sospeso arriva dopo un concerto di grande raffinatezza , ma anche di  coralità  e vivezza di suoni, in cui altrettanto commoventi e intimi, dolci e rarefatti, sono stati quegli attimi in cui Sergio Cammariere, da solo, al pianoforte ha donato emozioni purissime e coinvolgenti, proponendo anche brani che esegue raramente.  Con quella sua parte di talento che ha “dentro” , oltre ad altre sonorità, la poesia della canzone d’ autore. E dimostrando che basta una voce come la sua e le sue agili  mani, che sui tasti sembrano danzare e diventare infinite, per esprimere una dimensione che a pochi appartiene. Quella dell’interiorità, di una sensibilità percettiva, quella che lo rende magistralmente artista, magicamente vicino ai cuori di chi ascolta. Che a me ha strappato qualche lacrima…

Notevole è anche lo spazio che Sergio Cammariere ha dato alla sua “famiglia musicale” che lo accompagna da anni e tra cui è  sempre leggibile una grande intesa. Bruno Marcozzi alle percussioni e Amedeo Ariano hanno proposto un “duetto” scoppiettante e di altissimo livello. Luca Bulgarelli, con i suoi assoli di contrabbasso…parla. E poi il grande Fabrizio Bosso, ospite di inimitabile bravura che con Sergio ha un collaudato feeling e che ha aggiunto, come sempre il suo tocco magico…Il concerto si  è spesso piacevolmente  soffermato  sulle sonorità di un jazz di alta classe, pur non tralasciando i ritmi cari a Cammariere, quelli latino americani e le musiche del mondo, sonorità che ha attinto dalla sua grande “curiosità” musicale, dal desiderio di sperimentare sempre percorsi nuovi. Lo dico sempre. Un concerto di Sergio non è mai uguale ad un altro. Dalla bacchetta magica dell’artista si sprigionano  sempre nuovi fluidi di stelle che volano  verso misteriosi angoli di  mondo e di cielo…Un mago che con la sua innata eleganza , con il  modo di essere fuori da ogni schema o etichetta, detta stupore e meraviglia…sogni e passioni. Attraverso  note di sublime altezza…Il pubblico di Napoli ha molto  gradito. Ha calorosamente accolto un artista che ha sempre tanta voglia di raccontare e raccontarsi attraverso il linguaggio universale della musica. Ed io sono stata felice di esserci.

Mariapia Giulivo







domenica 25 gennaio 2015

CONVERSAZIONI SULLA SICILIA...

                                   L' immagine di un mandorleto di Avola è presa dal web

CONVERSAZIONI SULLA SICILIA, terra di contrasti, suggestioni letterarie e poesia…

Nel My Space avevo molti  amici siciliani. Uno, particolarmente a me caro, il poeta, attore , pittore e regista Antonio Calderella che avevo anche conosciuto oltre il mondo virtuale, al Festival Teranova, a Roma. Ci ha lasciati qualche anno fa….ora è nel suo oltre. Ricordo che il primo approccio con lui fu una conversazione su Avola, suo paese natale. La conosco bene, Avola, cittadina della Sicilia sud orientale in provincia di Siracusa…è nota per le mandorle, di altissima qualità… il mare è una meraviglia… e chiedevo ad Antonio se conoscesse una gelateria nella graziosa piazzetta del suo paese… Dovete sapere che i gelati, in Sicilia, sono tutt’altra storia da quelli che si trovano altrove…E allora pensando ad Antonio, e a tutti gli amici siciliani, ecco l’ idea di questa pagina…
Parlando della Sicilia, si pensa subito…mafia. E invece la Sicilia, pur con le sue oggettive problematiche e contraddizioni sociali,sulle quali sarebbe sbagliato chiudere gli occhi, è una terra straordinaria, generosa, dai colori intensi e vibranti, dagli odori stimolanti… come dimenticare quell’ odore di zagara che ti segue ovunque, in ogni stagione, che stordisce a addolcisce i pensieri? O il profumo dei limoni sotto il sole? E quello più dolce della cioccolata, il salmastro del mare, il profumo delle ginestre, dei carrubi, delle tamerici…? E come non ricordare il garbo della gente, le spiagge di sabbia bianchissima, le vecchie tonnare, la suggestione di tante cittadine dell’ interno? Ci vorrebbe una vita per descriverle… Ecco. Io vi sto parlando dell’ altra Sicilia… quella che spesso non appare attraverso i media e che invece è la vera Sicilia…
Devo dirla tutta e fino in fondo, per onestà… c’è stato un periodo recente della mia vita in cui , la Sicilia mi ricordava una ferita, di carattere strettamente personale… e dicevo… che non ci sarei tornata mai più.
Ma il fascino della Sicilia è più forte di qualunque evocazione negativa…  i ricordi  mi hanno fatto tornare molto forte il richiamo verso una terra che ho amato da subito e da sempre… sono anche golosa e i dolci siciliani… certi piatti particolari, con influenze orientali… sono anch’essi parte di una cultura straordinaria, variegata, di indiscutibile valore.

Tempo fa ho avuto un lungo scambio di mail con un giovane ricercatore siciliano che, per ragioni di lavoro, come tanti, aveva lasciato la sua terra e si era trasferito a Firenze. Aveva una nostalgia infinita per il suo mare, i suoi luoghi, i volti della gente, i ritmi lenti e umani, il sole, l’ azzurro del cielo… le sue parole erano protese verso il ricordo, ne percepivo la nostalgia struggente… e ci siamo scritti per mesi sulle infinite suggestioni letterarie della Sicilia. Nomi importanti… Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Elio Vittorini, Vitaliano Brancati, Leonardo Sciascia, Luigi Capuana, Salvatore Quasimodo ( quante scale ho dovuto fare per visitare la sua casa, nella parte più alta di Modica, sotto un sole che abbagliava!)… e ancora… Mario Rapisardi, Concetto Marchesi, Gesualdo Bufalino, Vincenzo Consolo, Ignazio Buttitta… e ne sto tralasciando altri… Io bevevo avidamente, quasi incantata, quelle sue parole… e sono andata a ripercorrere molti dei luoghi di cui mi parlava.
Terra fortemente espressiva… dicevo… da queste conversazioni con il mio amico Law (così l’ ho chiamato sempre…perché amava la figura di Lawrence d’ Arabia), è scaturita una poesia. La dedico a tutti i siciliani, persone amabili e sorridenti,creative, vive…a tutti quelli che amano come me la Sicilia … a quelli che non la conoscono, invitandoli alla scoperta… e all’ amico Antonio… che non è vero che non c’è più. Mi ha fatto un bello scherzo e perciò gli domando… Antò... aunni ti mucciasti?

Scava          
    rompe lo specchio
in un ‘orbita di piani
    inclinati oltre le dita
nel racconto di agavi e di sole

rimbalza – chi sono
chi sei oltre lo schermo ambiguo
senza tempo o pareti

accoglie
    è stanza bianca di luce
spigolo d’ ombra e balzo assurdo
disegno a tre punte dell’ isola
scarto d’ aurora

ho perso il conto degli anni
ho tradito lo spazio ed  il luogo
nel gioco a perdifiato
di salite e confini

sussurra
    terrazze di pietra
non so quanti scalini
quei passi lenti obliqui
nella docile controra
   stordita da giallo di limoni
tra mattonelle gelate di caffè
in alto su verso l’ azzurro
così azzurro da essere deserto
inabitato da nuvole e certezze

nel raccontare affanno
    inseguo tasti e zefiri di maggio
sapore di nespole pastose
succhiate da scorze di rimpianto
    ruggine antica tra chiacchiere ritrose

e questo ingombro di malinconia
questa trappola d’ occhi e disincanto
lo steccato da non oltrepassare

    per ardire respiri di salsedine….

mariapia giulivo

inedita in volume

lunedì 19 gennaio 2015

Qualche nota sul concerto di Sergio Cammariere a Roma...




                                                                                              ph. mariapia giulivo


Qualche nota sul concerto di Sergio Cammariere a Roma

Standing ovation  per l' artista all’ Auditorium “Parco della musica”

Poche note, le mie…quasi per fissare la tappa di un cammino…immense quelle di Sergio Cammariere , che hanno echeggiato , domenica sera 18 gennaio nella Sala Santa Cecilia dell’ Auditorium “Parco della Musica” a Roma, il prestigioso tempio del suono progettato dal grande architetto Renzo Piano.

Pubblico caldo e numeroso,  ad accoglierlo, a cui Sergio ha dato tutto se stesso, nella sua città di adozione ormai da molti anni. Se Crotone , sua cittadina natale, se la porta dentro come il ritmo del mare ed il ricordo di anni dell’ infanzia e dell’ adolescenza, punteggiati di azzurro, di sogni e di vastità, Roma è la concreta vita dell’ oggi, in cui l’ artista vive e comunica le sue esperienze artistiche ed umane più mature.

Il concerto si è srotolato come uno spartito senza inizio né fine, regalando momenti altissimi e gioiosi, intimi e corali, con  un  Cammariere in grande forma, commosso e disteso, sereno e concentrato, brillante e colloquiale e  con quel guizzo di calore che tanto sa comunicare al pubblico in modo spontaneo, amico, mai dentro le righe della forma. E’ stata tutta sostanza, emozione pura, quella mai uguale a sè stessa, che in ogni concerto dal vivo sa farsi dono dell’ anima e coinvolge senza mediazioni.

Voglio puntare l’ attenzione su un momento che per un artista umano e sensibile come lui, si è trasformato in commozione visibile , che egli non ha nascosto. Ha anzi trasmesso, incantando la platea…
Dopo aver eseguito “Tutto quello che un uomo”, la canzone che per lui ha rappresentato il principio di un nuovo percorso, sempre in crescendo, tutto il pubblico ha intonato una strofa della canzone…con una  coinvolta standing ovation finale ed un lungo, caloroso e quasi accorato applauso. Cantavo anch’io ed il cuore non poteva non battere fuori dai ritmi dell’ abitudine…Credo che quel momento resterà a lungo nella memoria di chi lo ama, lo segue con affetto, lo apprezza e lo stima. Una viva partecipazione al talento di un artista che definirei “senza tempo”, di classe rara. 
Tutto il concerto è stato un arcobaleno di emozioni, dai brani del suo ultimo disco “Mano nella mano”, ai suoi successi di sempre…Notevole anche l’ apporto dell’ ospite Fabrizio Bosso , che ha “dialogato” con Cammariere in uno strepitoso  duetto, all’ interno del concerto, rivelando il grande affiatamento che esiste tra i due musicisti , la capacità di improvvisare fuori dagli spartiti, che ad un concerto di Sergio non esistono…per nessuno…Quei suoi  fogli sul pianoforte….sono le parole…i testi, che Sergio, scherzosamente dice di dimenticare…

Anche all’ Auditorium era accompagnato dalla sua “famiglia musicale “ che da anni lo affianca: Luca Bulgarelli al contrabasso, Amedeo Ariano alla batteria, Bruno Marcozzi alle percussioni.

Un grande concerto. Alla fine…Sergio ha alzato le braccia e gli occhi  al cielo, quel gesto tanto simbolico che sembra quasi ringraziare una segreta  forza divina…Quella sua musica, quella voce… dal palco , continuano a risuonare a lungo nella mente, accompagnando le giornate di chi c’era…e restano dentro come una specie di sogno  vissuto ad occhi aperti….

mariapia giulivo



giovedì 1 gennaio 2015

intanto cede insieme alle ore...



                                                                                                        Ph. Mapi Giulivo
1

intanto cede insieme alle ore
la carne e il cielo

non esiste più caso né destino
adesso è il tempo
a dettare le regole

per decifrare il rebus della storia
non codici ma solo tulipani

incroci di ginestre e zagare stordite
e questo balsamo di malinconia

spalmare a piene mani alle ferite
un olio che non leviga le rughe

io sono senza scampo nel mattino
taglio foglie ai gerani
ed ogni foglia mi racconta ancora
il buffo inganno
di un vecchio calendario

2

accantono le voglie ed i  rimpianti
non segno più azzardi di giornate
spengo ogni fuoco
mordo la vita e inghiotto aria

ho ricamato una luna di seta

nel giardino d’ inverno…

mariapia giulivo