sabato 6 dicembre 2014

Rosso il richiamo...





                                                             ph. mariapia giulivo

rosso il richiamo
a trafiggere intese

pennellami d’iridi cangianti
ed io risplenderò
riflesso di nuove melodie

fammi arrossire
nella penombra
tra porpore rubate
e sogni rintocchi e fantasia

voglio sangue vermiglio
non la sua parodia

mariapia giulivo



venerdì 28 novembre 2014

non è più tempo di sogni...



non è più tempo di sogni
ad occhi aperti

l’alba di nebbie affoga il senso
tra pagine sbiadite
dove parole ormai smarrite
scommettono ritorni

e frastorna il suono dell’attesa
si allenta ormai la presa
e sfarinano in cenere
effimere occasioni
gli sguardi    le ragioni
gli spazi andati a male
illividiti da troppe esitazioni

tutto ha toccato il fondo?
l’afflato è ormai disperso?
se il tempo gira a vuoto
non lo fermo in un verso

mariapia giulivo

Anche la foto è mia




domenica 23 novembre 2014

Sergio Cammariere ha ripreso per mano il suo pubblico...partendo dal Teatro Petruzzelli di Bari



Sergio Cammariere in un momento del concerto. ph. Nino Cagnetta



Al Teatro Petruzzelli di Bari Sergio Cammariere ha ripreso per mano il suo pubblico…

Arrivo davanti al Teatro Petruzzelli in anticipo. Sotto il manifesto che annuncia il concerto di Sergio Cammariere, questa sera 22 novembre 2014, una scritta: sold out. Tutto esaurito, per questa prima nazionale dell’artista che torna con il nuovo disco “Mano nella mano” ed il nuovo tour…a prendere davvero per mano il suo pubblico ed in questo teatro che amo…
Mi emoziona sempre vederlo ricostruito, ricordo ancora il dolore provato da me e da tutti i pugliesi quando nell’ anno 1991 un grande rogo lo devastò, lasciando un immenso vuoto di tradizione culturale altissima , un vuoto non solo “fisico” ma anche interiore. Un vuoto colmato solo cinque anni fa con la sua rinascita dalle oscure ceneri.

E questa sera l’emozione è doppia. So che sto per assistere ad un concerto degno di questo teatro che ha ospitato nomi importanti e di prestigio della musica e della prosa internazionale. Conosco il livello di empatia che Sergio Cammariere sa stimolare con la sua musica dal vivo, il suo talento, la sua personale e sfaccettata  emozionalità artistica. Sarà come entrare in una bolla incantata di cui si portano a lungo “dentro” le tracce…

Ed è esattamente quello che accade, quando alle 21 la campanella annuncia l’ inizio del concerto e nel buio totale della elegante sala del teatro  lui arriva,  silenzioso e visibilmente commosso, sul  quel palco e con una iniziale e carezzevole delicatezza partono le prime note….
Il viaggio comincia.  Mi piace sempre pensare all' idea del viaggio, del movimento, quando parlo di questo artista. Tra i brani del nuovo album (una interpretazione da brivido” de “La vita ci vuole”…) , i suoi consolidati successi tanto amati da chi lo segue e quei momenti così  sospesi e intimi, quando Sergio è da solo con il suo pianoforte e la sua voce, quasi a raccontare storie, ad aprire un orizzonte di lirica poesia, a sprigionare anche l’ anima classica che è in lui.  In cui ci si perde e ci si ritrova. Anche nel pathos che sa trasmettere. Come è accaduto per la canzone “Padre della notte”, interpretata in uno struggente “stato di grazia”.

Un grande concerto.  E’ stato un meraviglioso concerto…Tra il pubblico, un coinvolgimento che ha riscaldato  il cuore. Perché quello che abbiamo tutti attraversato  è un vero cammino, anche umano.  Cammariere ci ha presi per mano e ci ha condotti  con sé nella sua idea di  “sacralità” sempre viva della musica. Ci ha mostrato e ci  ha dimostrato  che qualcosa di bello e  di vitale, in cui immergersi, esiste ancora. Forte professionalità  la sua, ma anche una innata intensità espressiva che  sul palco crea la magia del suono, una mescolanza indescrivibile di sensazioni che  al Petruzzelli, con  una sapiente scaletta di brani, è andata  in crescendo, fino alla fine, quando un gioioso canto di libertà come “Ed ora” , brano dell’ultimo album, ha fatto letteralmente impazzire il pubblico.  Gente arrivata da tutta Italia, gente che lo segue da sempre con affetto  ma anche chi è venuto per la prima volta…Tutti in piedi, in una insolita” standing ovation” armoniosa e calorosa, fatta di movimento , trascinante, mani che hanno battuto  il ritmo,  sorrisi…luce negli sguardi…scrosci di applausi…

Sul palco rinato del Teatro Petruzzelli , i suoi musicisti di sempre generosi e  tutti di alto livello ed anche un ospite d’ eccellenza, l’ eclettico Fabrizio Bosso alla tromba che ha regalato qualche “chicca” d’ autore…

Nulla è mai scontato, nulla è mai “come sempre” quando Sergio Cammariere calca un palcoscenico …il caleidoscopio dei suoni si moltiplica, si arricchisce sempre di nuovi guizzanti  ed  oniriche tappe. Di quel viaggio che Sergio Cammariere si porta dentro come un sogno, di quella pura coscienza che la musica sia quasi un dono divino…e lui, a volte,  occhi verso l’ alto e braccia che si aprono, sembra davvero volare verso l’ immenso…

mariapia giulivo



martedì 4 novembre 2014

La mia recensione a "Mano nella mano" , ultimo album di Sergio Cammariere





La mia recensione all' ultimo album di Sergio Cammariere "Mano nella mano". Cliccate sul link! O copiatelo nel motore di ricerca...

http://www.sergiocammariere.com/mano-nella-mano-una-liberta-possibile/


La foto è di Nino Cagnetta

venerdì 24 ottobre 2014

Vado con te...





vado con te al tempo dei puledri
alla fuga d’ignote cavalcate
è rigoglio di glicini
nelle camere d’ombra

scintille schizzate calde spudorate
solletico di rari arabeschi
sulla pelle che trasuda resine

ora bevo rugiade immaginate

mentre tu saltelli e decolori
nel cerchio della vita che implode
in ragione e saggezza

sei velario a stordire orizzonti
olio di seta sui cardini del giorno

io resto qui giullare del tempo,
tra rosso e biacca a dipingermi il viso

pantomima ai tuoi flutti incostanti
ricompongo le attese
in un docile assorto sorriso…

mariapia giulivo

inedita in volume

La foto è mia, scattata in Sardegna a Gairo Vecchio


giovedì 17 luglio 2014

Per una foto di Mario Rotta...Grecia...

                                                                                    




                                                         Per una foto di Mario Rotta

Ph . Mario Rotta

Rays,Island of Astypalea, Greece

GRECIA

il grecale soffia melodie
di antichi fasti ed eco di memorie

lontano un canto di sirene
su rotte sconosciute  di mistero
odore di sale e di uva rossa

il bianco asciutto delle case
un mare di vastità incantato
le muse a farmi compagnia
mentre i poeti  in mormorante schiera
della terra raccontano magie

il grecale è un vento canterino
di miele racconta e sole ardito
di suggestioni  miti e fantasie
mentre una danza palpita nel cuore
e mi riporta al tempo degli dei
 alla bellezza altera di un passato
che provo a fare nettare e poesia
sognando su una tua fotografia…

inedita



martedì 8 aprile 2014

A mio padre...




Il giorno 8 aprile del 2004...mio padre volò via...era il giorno del giovedì santo...Sono passati dieci anni...e mi sembra ieri...Avrebbe compiuto 72 anni il 5 maggio. Come me era figlio della piena primavera... Pubblico nel blog la poesia che scrissi poco dopo la sua morte. Non dobbiamo aver paura di pronunciarla o di scriverla, questa parola. Dalla morte...si può imparare la vita...Mio padre mi ha lasciato una grande lezione di vita...so che è contento che io pubblichi questa poesia...e che mi sta sorridendo..


                                                                       a mio padre


fattezze di angeli
sul dolore che respirava appena

aveva  ali immobili
aghi sottili pungevano farfalle

ho contato i boschi antichi
che  insieme abbiamo attraversato
lucciole  rospi  scie di lumache

il ricordo passa in rassegna
il  cielo
e ti trova nel gomitolo d’ erba

tra le braccia del volo


mariapia giulivo
inedita in volume


martedì 18 marzo 2014

Pensieri...



Pensieri...

A volte vorrei provare a spiegare che esiste differenza tra le parole. Tra parola e parola. Tra parola detta o non detta. Tra significato e significante…
Se io dico quello che sei per me, tento una definizione, ti immetto in una sfera  interiore in continua evoluzione, ti rendo quasi partecipe del mio sangue, ti iscrivo nell’ anima, diventi incancellabile, anche quando non mi parli mai…
Sono volate parole grosse.  Significa mille cose…Spunta il dolore in forma di lacrima, a volte di farfalla. Penso …io  stessa che  ora ti scrivo tante parole e versi e tu che  non rispondi …ed allora, un oscuro  silenzio da interpretare, vivisezionare, penetrare con una lama …Ma non basta a darmi  risposte. Forse perché non esistono mai risposte.  Non si possono esigere risposte. Le parole si donano….Ricordo tutte le parole inutili  che ho scritto nella mia vita( quante lettere piene di amicizia e dolcezza a Teresa!) e gli altri, spesso  chiusi col catenaccio il cuore non corrispondevano, avevano paura, alzavano il muro, stavano in bilico sul muro…Era ed è. E forse così sarà.

Attento, non sbilanciarti, potresti cadere dalla mia parte, e la mia parte è piena di insidie, ci sono troppi specchi, troppe spine, non sei protetto, ti lacererai i vestiti  con cui tenti di coprire il tuo vero volto…

Ho rivisto Teresa tre giorni fa. Dopo vent’anni. Ha ancora i capelli rossi ma non più ricciuti e le sono sparite le lentiggini che aveva sul naso. Studiavamo insieme gli scrittori americani e lei aveva quel gesto vezzoso di scostare i folti capelli dalla fronte. I gesti. Impressi. Anch’essi. Nostalgia. Ma la mia nostalgia è “positiva”. Nel mio orto non coltivo rimpianti ,forse  neppure qualche piccolo rimorso…
Ri- morso, mordere di nuovo la vita a bocconi, masticando amore e delizie, affetti e poesia, ingoiandoli come fossero cibo.  Ingoiare te. Ora. Per farti sparire…
Mi sono lasciata trascinare nel vortice di un racconto di cui non so seguire la traccia.
Non ho mai seguito un filo eppure tutto è sempre stato sempre fin  troppo logico.

Chi sei? Un altro me stesso. Colui che sta dentro fino a confondersi con me?

Negli anni  di  Milano mi mancavano persone vere. Persa tra la folla, mi sentivo un puntino senza nome.
Cercavo l’ altra me stessa, me ne andavo a Brera, o sui Navigli,a caccia di suggestioni. O in via del Conservatorio . Mi piaceva stare lì, ferma, a far niente. Ascoltavo da fuori la musica, una confusione di strumenti, un concerto strano e scomposto di suoni e di voci e  intanto guardavo i glicini pallidi che pendevano malinconici dal muro rosso di una vecchia villa. Lì ho imparato a stare da sola. Lì ho imparato che la musica era la migliore compagnia del mondo.  Solo tu  mi sei davvero mancato. E forse è da allora che ti ho cercato, e poi ti ho trovato, dopo anni di silenzio e di suoni disordinati, e poi ti ho perso mille volte,  e ancora ritrovato senza riconoscerti,ma ora ti tengo ben stretto e non ti mollo più…

mariapia giulivo

photo mapi giulivo- atrio interno di una villa milanese




domenica 16 marzo 2014

era bisbiglio...






era bisbiglio- io ero analfabeta
del suo lago screziato

si rannicchiava all’ ombra del riflesso

senza parlare leggevo il suo profilo
cucendo labbra sulle palpebre
a razionare  minuti di traverso

nella filigrana dei colori
sedevo accanto – io gli sedevo accanto
e deglutivo l’ aria

avvicinava voce alle mie mani
allontanava mani dalla voce

a sorsi  densi  ho imparato l’ acqua


mariapia giulivo
inedita in volume



martedì 7 gennaio 2014

rotolo sul piano inclinato...

                                                                                           Photo Mapi Giulivo

rotolo sul piano inclinato
e rotolando scivolo
nella bocca che mescola miele

poi ridiscendo rorida
in questa  lingua che adesso farnetica

pallina dorata   rimbalzo
sul  duro di terra calpestata

nessuno che  provi a rinchiudermi
nessuno    la voce è scappata

strappata    evasa dal senso

limare emozioni di troppo

notturni del tempo barocco

mariapia giulivo 
inedita