domenica 28 aprile 2013

Sergio Cammariere al Sistina: il fascino discreto di un artista senza tempo


Sergio Cammariere al Sistina: il fascino discreto di un artista senza tempo





E’ stato un incedere vivo di emozioni , il concerto di Sergio Cammariere al Sistina di Roma, ieri sera. Un tempo ancora incerto di questa tarda primavera ,  con la luna alta tra le case , si è improvvisamente “ riscaldato” con le  vibrazioni della sua grande musica…
Davanti al Teatro, gente in attesa, tra cui gruppi di fans arrivati da ogni parte d’Italia. Ci si saluta, si scattano foto sotto il suo manifesto…l’ atmosfera è confidenziale, amichevole….si aspetta quasi un vecchio amico che torna…

E a sipario aperto, eccolo che ritorna davvero, lui, Sergio…con il suo fascino discreto di un  artista senza tempo, con quella dolce timidezza che gli si legge in viso…Sul pianoforte, ad attenderlo, un bouquet di rose blu, omaggio di  un gruppo di persone che lo seguono affettuosamente da anni nei concerti live. Una suggestione in più, che dipinge idealmente con il colore dell’anima il suo mondo quasi incantato.

“Torno al Sistina dopo dieci anni”, racconta. E in poche parole sintetizza il salto, l’ascesa del suo nome e della sua musica verso la vetta del successo, dopo aver regalato una intro di piano solo che accarezza l’udito ed il cuore. E attraverso quei tocchi incisivi lui ed il suo pianoforte  hanno  già narrato altro…e cioè che alla vetta non si arriva mai, che ci sono sempre nuove strade da percorrere e voli da sperimentare.

Quando ricorda Pietro Garinei, che è stato importante direttore del Sistina per anni, prima con Giovannini, poi da solo…la voce di Cammariere è rotta da una intensa commozione, fortemente percepibile nelle sue parole.

Poi...la musica…Il concerto si snoda fluido attraverso la bellezza delle sue canzoni, le più note e indimenticabili, riarrangiate in chiave nuova, con un occhio particolare al jazz e ad una orchestrazione più corale e ariosa che esalta ancora di più la magia del suo pianoforte.
Sul palco, accanto alla sua “famiglia musicale”, Luca Bulgarelli al contrabasso,  Amedeo Ariano alla batteria e Bruno Marcozzi alle percussioni, una nuova sezione di fiati con Aldo Bassi alla tromba e Gianni Savelli al sax tenore. E poi, l’amico di sempre, oggi stella indiscussa del jazz italiano ed internazionale, per l’ occasione “ospite speciale”, Fabrizio Bosso , con la sua tromba autorevole, capace di spaccare l’aria con il  suono .
Un ‘ altro amico di sempre, Roberto Kunstler , arriva a sorpresa  on stage con passo incerto, non è abituato, forse, alle grandi platee…una  sua canzone alla maniera di Bob Dylan, armonica e chitarra,  poche parole( lui che per Sergio ne ha scritte tante…),accompagnato dalla band… ed è un altro momento di emozione, in cui è palpabile il forte senso che Sergio Cammariere  dà all’ amicizia come valore profondo.
E poi “omaggi” musicali in cui si svelano ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno le doti di grande interprete di Sergio…Califano  e Jannacci ricordati senza enfasi, con misura ma con straordinaria espressività, attraverso due loro belle canzoni…

Incantato , quasi sospeso e  sognante,  l’ attimo in cui tutto il pubblico canta con lui  l’ ultima strofa del brano che lo ha portato al successo ed all’attenzione della critica e del grande pubblico, “Tutto quello che un uomo”. Ho cantato anch’io, sentendomi parte di un universo di amore e poesia, di un momento irripetibile di sensibile emotività…
E ancora “giochi di suono” tra lui e Bosso, assoli straordinari… Sergio lascia molto spazio ai suoi musicisti… e  sempre, in primo piano, superlativo,  come in un  vecchio film in bianco e nero pennellato  sempre di sogno e di inediti colori, il suo pianoforte, sempre più ardito e parlante…un  film che racconta una  lunga storia di immenso e quasi “mistico” amore per la musica. L’artista non solo ha cantato, non solo ha suonato con la magia di sempre, guizzando note fantasiose e con il talento che gli è proprio…ha anche, con sguardo  sempre attento e vigile, “ diretto” il concerto.  Che si è  concluso con un bellissimo riarrangiamento ed interpretazione strumentale di “Mercy, mercy, mercy”, del grandissimo Joe Zawinul …e che in italiano significa “bene”, benevolenza,  ma soprattutto “grazia”…quello stato in cui ci si eleva anche attraverso l’ arte in un momento sublime che avvicina quasi al divino…e questo, Sergio Cammariere non solo lo sa ma lo trasmette in ogni esibizione dal vivo…

Due bis, tra cui l’intensa e quanto mai attuale “Vita d’ artista”, poiché davvero, nel periodo di grande confusione di valori che stiamo attraversando, gli artisti sono i primi ad essere “tenuti in disparte”…e infine,  visibile stanchezza sul volto di Sergio, ma  anche una brillante luce negli occhi…e ancora l’ energia vitale per ricevere centinaia di persone nel suo camerino…


Un vero artista è così, non si risparmia. Gli dobbiamo un grazie per essere quello che è…lui, Sergio Cammariere, uguale a nessun’ altro.

Mariapia Giulivo





4 commenti:

  1. Ciao Maria Pia, bel post!
    Ho visto che Sergio lo ha postato sul suo profilo e ha fatto bene. Un giudizio appassionato come il tuo vale più di mille recensioni.

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  2. Un meraviglioso articolo che, con intense e variopinte pennellate, rivela l'animo e la fattività di un grande musicista italiano: Sergio Cammariere!

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  3. La mia è una recensione, Massimo...anche se appassionata! Forse ci vorrebbe più passione in quello che si scrive e si fa...Ho riportato quello che veramente è accaduto al Sistina,ieri sera...Ti ringrazio dal cuore..

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  4. Grazie, Rodolfo...Ho scritto tutto e credo di non dover aggiungere nulla sul grande artista che è Sergio Cammariere...è talento autentico! Vedo un dettaglio di Crotone nel tuo avatar...una città che amo ed in cui torno sempre volentieri. Sono innamorata di Capocolonna! E Sergio è un degno figlio di quella meravigliosa terra di miti ed eroi...

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