mercoledì 31 ottobre 2012

Il potere della musica...





IL POTERE DELLA MUSICA

Cercava di fare l’occhiolino, il sole, tra un velo candido e leggero di nuvole. Increspato come un tulle disteso che smorzava l’azzurro del cielo.
Me ne stavo seduta, quasi immobile, con i miei pensieri disordinati e confusi. Come la casa, che rispecchiava, in quel preciso istante, il mio stato d’animo. Il letto da rifare, i panni da stendere, le tazze della colazione da lavare, la polvere sui mobili, oggetti sparsi un po’ ovunque da mettere a posto.
Quanti pensieri possono attraversare la mente in un istante! Grovigli brulicanti come serpenti che opprimono il cuore in un’angoscia nera e strisciante, sotterranea come una vecchia miniera abbandonata, dove non c’è più nessuno che scava il tuo carbone.
Devi mettere a posto il letto, tendere bene le lenzuola.
Devi stendere maglie, slip e calzini.
Devi lavare i piatti, tu non sopporti lo sporco intorno a te.
Devi spolverare mensole e oggetti inanimati, libri e mobili. 
Devi liberarti dal disordine fuori e dentro di te.
Con un’apatica indifferenza verso me stessa, ciondolavo in pigiama per la casa. Un pigiama blu, di cotone, fiorito come un prato ,di margherite bianche.  Che senso aveva indossare un abito, lavarmi, pettinarmi? Chi mi avrebbe gurdata? Provavavo disgusto per i mieii stessi capelli morbidi e vaporosi, per le mani curate, per il mio corpo che allo specchio non riconoscevo più.
Ero bella e vestita di sole, un giorno. Credetti di trovare lo specchio in cui riflettere un po’ della mia luce. Quello specchio mi cadde di mano, si ruppe in pezzi e la mia immagine apparve di colpo come deformata, senza più identità. Un seme di follia mi accecò fino al punto di prendere a calci la mia stessa vita. Per amore? Un amore non ricambiato con la stessa intensità, con la stessa presa di coscienza che bisogna mettersi in gioco fino in fondo?
Devo rifare il letto. Devo stendere i panni bagnati. Devo liberare dalla polvere la casa e i miei pensieri. Voglio che tornino a brillare, lucenti di vita e speranza. Limpidi di assoluto, brucianti di passione.
Presi un disco, dalla mensola.  Non uno a caso. Sapevo cosa cercare. Lo feci suonare… e la musica riempì la stanza, la colmò di magia e di splendore, mi fece risalire verso l’alto, sempre più su, in quel cielo, dove il sole cercava ancora una strada tra quella cortina di nuvole. Non erano più di tulle ma di pizzo candido, più guardavo il cielo, più esse si aprivano in ricami di elaborata e intricata bellezza. Di colpo realizzai che solo la musica poteva darmi quell’ afflato di assoluto che cercavo. Che la musica ha un potere misterioso e penetrante.  Essa mi accarezzava con le note. Si insinuava nei pensieri, liberandoli dalle forme  consuete e li portava verso un indistinto meraviglioso , in cui tutto l’essere si elevava… in alto, sempre più su, in quel cielo ora quasi del tutto azzurro e  sgombro di nuvole.
Feci una doccia all’aloe, spalmai sul corpo una generosa dose di crema dal profumo di spezie, indossai un abito nero, passsai un rossetto corallo sulle mie labbra pallide. Mi raccolsi i capelli in modo casuale, come piace a me, con delle ciocche lasciate libere.  E restai in ascolto…
Quel giorno ebbi un indimenticabile amplesso con la musica e un orgasmo multiplo di quelli che ti portano nel paradiso e ti mozzano il respiro…



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