Sergio Cammariere in un momento del concerto. ph. Nino Cagnetta
Al Teatro
Petruzzelli di Bari Sergio Cammariere ha ripreso per mano il suo pubblico…
Arrivo
davanti al Teatro Petruzzelli in anticipo. Sotto il manifesto che annuncia il
concerto di Sergio Cammariere, questa sera 22 novembre 2014, una scritta: sold
out. Tutto esaurito, per questa prima nazionale dell’artista che torna con il
nuovo disco “Mano nella mano” ed il nuovo tour…a prendere davvero per mano il
suo pubblico ed in questo teatro che amo…
Mi emoziona
sempre vederlo ricostruito, ricordo ancora il dolore provato da me e da tutti i
pugliesi quando nell’ anno 1991 un grande rogo lo devastò, lasciando un immenso
vuoto di tradizione culturale altissima , un vuoto non solo “fisico” ma anche
interiore. Un vuoto colmato solo cinque anni fa con la sua rinascita dalle oscure
ceneri.
E questa
sera l’emozione è doppia. So che sto per assistere ad un concerto degno di
questo teatro che ha ospitato nomi importanti e di prestigio della musica e della prosa internazionale. Conosco il livello di empatia che Sergio Cammariere sa
stimolare con la sua musica dal vivo, il suo talento, la sua personale e
sfaccettata emozionalità artistica. Sarà
come entrare in una bolla incantata di cui si portano a lungo “dentro” le
tracce…
Ed è
esattamente quello che accade, quando alle 21 la campanella annuncia l’ inizio
del concerto e nel buio totale della elegante sala del teatro lui arriva, silenzioso e visibilmente commosso, sul quel palco e con una iniziale e carezzevole
delicatezza partono le prime note….
Il viaggio
comincia. Mi piace sempre pensare all' idea del viaggio, del movimento, quando parlo di questo artista. Tra i brani del nuovo album (una interpretazione da brivido” de “La
vita ci vuole”…) , i suoi consolidati successi tanto amati da chi lo segue e
quei momenti così sospesi e intimi,
quando Sergio è da solo con il suo pianoforte e la sua voce, quasi a raccontare
storie, ad aprire un orizzonte di lirica poesia, a sprigionare anche l’
anima classica che è in lui. In cui ci
si perde e ci si ritrova. Anche nel pathos che sa trasmettere. Come è accaduto per la
canzone “Padre della notte”, interpretata in uno struggente “stato di grazia”.
Un grande
concerto. E’ stato un meraviglioso
concerto…Tra il pubblico, un coinvolgimento che ha riscaldato il cuore. Perché quello che abbiamo tutti
attraversato è un vero cammino, anche
umano. Cammariere ci ha presi per mano e
ci ha condotti con sé nella sua idea di “sacralità” sempre viva della musica. Ci ha
mostrato e ci ha dimostrato che qualcosa di bello e di vitale, in cui immergersi, esiste ancora.
Forte professionalità la sua, ma anche
una innata intensità espressiva che sul
palco crea la magia del suono, una mescolanza indescrivibile di sensazioni che al Petruzzelli, con una sapiente scaletta di brani, è andata in crescendo, fino alla fine, quando un
gioioso canto di libertà come “Ed ora” , brano dell’ultimo album, ha fatto letteralmente
impazzire il pubblico. Gente arrivata da
tutta Italia, gente che lo segue da sempre con affetto ma anche chi è venuto per la prima
volta…Tutti in piedi, in una insolita” standing ovation” armoniosa e calorosa,
fatta di movimento , trascinante, mani che hanno battuto il ritmo, sorrisi…luce negli sguardi…scrosci di
applausi…
Sul palco
rinato del Teatro Petruzzelli , i suoi musicisti di sempre generosi e tutti di alto livello ed anche un ospite d’
eccellenza, l’ eclettico Fabrizio Bosso alla tromba che ha regalato qualche
“chicca” d’ autore…
Nulla è mai
scontato, nulla è mai “come sempre” quando Sergio Cammariere calca un
palcoscenico …il caleidoscopio dei suoni si moltiplica, si arricchisce sempre
di nuovi guizzanti ed oniriche tappe. Di quel viaggio che Sergio
Cammariere si porta dentro come un sogno, di quella pura coscienza che la
musica sia quasi un dono divino…e lui, a volte, occhi verso l’ alto e braccia che si aprono,
sembra davvero volare verso l’ immenso…
mariapia
giulivo