domenica 23 novembre 2014

Sergio Cammariere ha ripreso per mano il suo pubblico...partendo dal Teatro Petruzzelli di Bari



Sergio Cammariere in un momento del concerto. ph. Nino Cagnetta



Al Teatro Petruzzelli di Bari Sergio Cammariere ha ripreso per mano il suo pubblico…

Arrivo davanti al Teatro Petruzzelli in anticipo. Sotto il manifesto che annuncia il concerto di Sergio Cammariere, questa sera 22 novembre 2014, una scritta: sold out. Tutto esaurito, per questa prima nazionale dell’artista che torna con il nuovo disco “Mano nella mano” ed il nuovo tour…a prendere davvero per mano il suo pubblico ed in questo teatro che amo…
Mi emoziona sempre vederlo ricostruito, ricordo ancora il dolore provato da me e da tutti i pugliesi quando nell’ anno 1991 un grande rogo lo devastò, lasciando un immenso vuoto di tradizione culturale altissima , un vuoto non solo “fisico” ma anche interiore. Un vuoto colmato solo cinque anni fa con la sua rinascita dalle oscure ceneri.

E questa sera l’emozione è doppia. So che sto per assistere ad un concerto degno di questo teatro che ha ospitato nomi importanti e di prestigio della musica e della prosa internazionale. Conosco il livello di empatia che Sergio Cammariere sa stimolare con la sua musica dal vivo, il suo talento, la sua personale e sfaccettata  emozionalità artistica. Sarà come entrare in una bolla incantata di cui si portano a lungo “dentro” le tracce…

Ed è esattamente quello che accade, quando alle 21 la campanella annuncia l’ inizio del concerto e nel buio totale della elegante sala del teatro  lui arriva,  silenzioso e visibilmente commosso, sul  quel palco e con una iniziale e carezzevole delicatezza partono le prime note….
Il viaggio comincia.  Mi piace sempre pensare all' idea del viaggio, del movimento, quando parlo di questo artista. Tra i brani del nuovo album (una interpretazione da brivido” de “La vita ci vuole”…) , i suoi consolidati successi tanto amati da chi lo segue e quei momenti così  sospesi e intimi, quando Sergio è da solo con il suo pianoforte e la sua voce, quasi a raccontare storie, ad aprire un orizzonte di lirica poesia, a sprigionare anche l’ anima classica che è in lui.  In cui ci si perde e ci si ritrova. Anche nel pathos che sa trasmettere. Come è accaduto per la canzone “Padre della notte”, interpretata in uno struggente “stato di grazia”.

Un grande concerto.  E’ stato un meraviglioso concerto…Tra il pubblico, un coinvolgimento che ha riscaldato  il cuore. Perché quello che abbiamo tutti attraversato  è un vero cammino, anche umano.  Cammariere ci ha presi per mano e ci ha condotti  con sé nella sua idea di  “sacralità” sempre viva della musica. Ci ha mostrato e ci  ha dimostrato  che qualcosa di bello e  di vitale, in cui immergersi, esiste ancora. Forte professionalità  la sua, ma anche una innata intensità espressiva che  sul palco crea la magia del suono, una mescolanza indescrivibile di sensazioni che  al Petruzzelli, con  una sapiente scaletta di brani, è andata  in crescendo, fino alla fine, quando un gioioso canto di libertà come “Ed ora” , brano dell’ultimo album, ha fatto letteralmente impazzire il pubblico.  Gente arrivata da tutta Italia, gente che lo segue da sempre con affetto  ma anche chi è venuto per la prima volta…Tutti in piedi, in una insolita” standing ovation” armoniosa e calorosa, fatta di movimento , trascinante, mani che hanno battuto  il ritmo,  sorrisi…luce negli sguardi…scrosci di applausi…

Sul palco rinato del Teatro Petruzzelli , i suoi musicisti di sempre generosi e  tutti di alto livello ed anche un ospite d’ eccellenza, l’ eclettico Fabrizio Bosso alla tromba che ha regalato qualche “chicca” d’ autore…

Nulla è mai scontato, nulla è mai “come sempre” quando Sergio Cammariere calca un palcoscenico …il caleidoscopio dei suoni si moltiplica, si arricchisce sempre di nuovi guizzanti  ed  oniriche tappe. Di quel viaggio che Sergio Cammariere si porta dentro come un sogno, di quella pura coscienza che la musica sia quasi un dono divino…e lui, a volte,  occhi verso l’ alto e braccia che si aprono, sembra davvero volare verso l’ immenso…

mariapia giulivo



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