umane voglie urgono nel pianto
ma noi ci salveremo soli
nessuna mano ci stringerà la mano
verso il sorriso eterno
come se un angelo quasi volesse dirci
non c’è vita se non la
mia
non avrete carezza
se non quella che spira nel silenzio
illusione è la terra calpestata
parodia di passi
breve viaggio
su altre rive setacceremo oro
le ginocchia ruvide sui sassi
e spesso frugando tra la neve
ardenti gemme riscalderanno il gelo
Versi bellissimi,
RispondiEliminai miei complimenti!
Maria Pia non sapevo avessi un blog?!
Ti seguo Baciotti Gabry
Il brutto della poesia è che non può mentire; dice sempre la verità. O almeno dice ciò che è vero per il poeta mentre la scrive. E' per questo che quando leggo una poesia bella e dunque vera come questa sono triste per chi l'ha scritta.
RispondiEliminaMa non ci salveremo mai e poi mai soli. Non io.
E.
Ti rispondo con pochi versi illuminanti di Fernando Pessoa, caro o cara E., o Flyng Buddha...come preferisci:
RispondiEliminaIl poeta è un fingitore. | Finge così completamente | che arriva a fingere che è dolore | il dolore che davvero sente. (da Autopsicografia, 1° aprile 1931, in "Una sola moltitudine")
Pessoa aveva ragione. Quel "fingere" e sapersi immedesimare in modo totalizzante è qualcosa che accomuna tutti gli artisti.
RispondiEliminaE.