domenica 12 giugno 2016

e la notte è un regno umido...



                                                                             ph. mapi giulivo

e la notte è un regno umido
di incertezze       di continui ardori
un labirinto di terra amara
che si intreccia con il mare

viaggio sulle strade che mutano
nel buio caldo      antiche rotte
bisbigliate trepide dal vento

tu ora dove sei assurda lontananza
dove         innocenza del tempo
mentre chiara mi scruta l’ alba
e l’ onda è quasi bianca di neve?

dove sei tu   che appena sorge il giorno
ti ritiri  vigile nell’ ombra
lasciandomi un tiepido sudore
spremuto avaro da un  sogno?





2 commenti:


  1. I versi, in quell'insistito "dove sei" in anafora di strofa, delineano un bisogno che si fa... ciò che è sempre stato: anelito della coscienza più che invocazione di una presenza tangibile.
    E la nostra +mariapia giulivo è usa all'affresco del proprio paesaggio interiore. Formidabile la descrittività delle prime 2 strofe in cui l'io narrante e "cantante" (poesia qui è canto) interagisce con le figurazioni dell'intorno, del vissuto, del proprio ordine del reale.
    Due raffinatezze tra le tante: la congiunzione all'inizio del capoverso, come a voler connettere due mondi, due registri, dell'idea e del reale. E la ricerca di una musicalità negli accostamenti delle parole come a significare un vibrato risuonare di certe impalpabili corde. Forse mosse dal congiungersi della notte e del giorno: l'interstizio in cui un poeta accade.
    Grande Mapi! Ciao.

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  2. Lo leggo solo ora, Angelo. Sei un grande lettore, non solo un fine poeta. Sei grande anche tu, di una grandezza sincera , che mette al primo posto la coscienza e sa riconoscerne i tratti. Grazie, di cuore...

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