Ph. ninocagnetta
Sergio Cammariere a Molfetta
Dalla pace
del mare lontano…echeggiano nuove emozioni...
Quando imbocco
il tratto che costeggia l’imponente bellezza della Cattedrale di Molfetta, il
sole è rosso, rotondo, infuocato e si sta tuffando nel mare che ha una limpidezza
specchiata. Le barche sono mollemente appoggiate sull’acqua . Lo spettacolo
fantastico del paesaggio sembra quasi precedere la magia di un altro spettacolo, il concerto
di Sergio Cammariere verso il quale mi
sto avviando. In lontananza vedo già il grande palco a sinistra del porto. E’
sabato sera 11 luglio, sulla Banchina di San Domenico. Nella città del nord
barese che ha scelto per l’ evento “Luci e suoni a Levante”, uno scenario
mozzafiato. Che segna la terza tappa di Cammariere del 2015 in Puglia, una
terra che dimostra di amare l’artista delle “note blu”. Un artista che ha
radici in un’altra meravigliosa terra di mare…
Quando
Sergio Cammariere sale sul palco è vestito di rosso. Rossa è anche la
predominanza delle luci sulla scena. Rosso, poco prima era il sole… Rosso. Il
colore dell’amore, della vitalità, del dinamismo. Della passione e della forza
interiore. Dello slancio vitale, delle forti emozioni. Quelle che Sergio,
salutando il pubblico, dice che spera di
trasmettere…quelle che ci sono tutte, riflesse nel suo azzurro.
Si è mai
stati ad un suo concerto senza fare un grande pieno di emozioni? Chi lo segue
da anni come me lo sa. E sa anche che ogni sua
esperienza dal vivo ha un “simbolico” colore diverso, sfaccettature mai
uguali. Il concerto di Molfetta che si
snoda fluido e coinvolgente , “raccontando” pezzi tra i più noti e accattivanti
del suo repertorio, lo dimostra.
Soprattutto per due ragioni.
Sergio
Cammariere sprigiona immediatamente una forte energia , con le
note del suo pianoforte. Da subito. Più intensa del solito, essa conduce in un’
atmosfera dove sogno e realtà si confondono, dove l’ ispirazione delle note si
fa incredibilmente magnetica e suona il
complesso e variegato linguaggio del cuore e dell' anima. Che culmina in due vere
perle del concerto. Una commossa interpretazione che mette i brividi di “Padre
della notte” voce e pianoforte solo ed
una “intro” di “Dalla pace del mare lontano” in cui non solo emerge il
grande talento del pianista, ma la sua
emozionalità più profonda. Dove le note sembrano davvero arrivare dagli abissi
del mare, echeggiando infinite evocazioni
e sfumature che è quasi impossibile descrivere. Un pezzo di immensa bravura e di generosità che incanta,
stordisce, tra note classiche purissime e ritmi interiori fascinosi e
trascinanti.
Musica
“alta”. No, infatti. Sergio non propone”
canzonette”. Non ha nulla a che fare con la musica di facile ascolto che dura
una stagione e poi scompare…Sergio Cammariere ha altro da trasmettere, per chi
sa ascoltare …
Il secondo
dato che colpisce è una atmosfera generale del concerto molto swing, molto carezzevole e intrigante. Più
tesa verso il jazz. Sarà per la presenza, on stage, oltre che dei suoi
affiatati e bravissimi musicisti di sempre, Amedeo Ariano alla batteria, Luca
Bulgarelli al contrabasso e Bruno Marcozzi alle percussioni, di un ospite di
tutto rispetto, Daniele Tittarelli ai
sassofoni, un nome già noto e molto
promettente del jazz italiano. Suono
pulito e impeccabile, il suo. Senza sbavature. Un andamento ritmico cullante,
straordinario, che accompagna le note del pianoforte con una simbiosi che all’
orecchio è piacevolissima , incantata, inedita.
Alla fine,
un terzo bis a sorpresa è la struggente interpretazione di “Estate” di Bruno
Marino, l’ unico pezzo italiano diventato uno standard del jazz internazionale.
Con il quale Sergio saluta ed augura a tutti una buona estate…
Potrei
dilungarmi, ma non credo occorra …Piuttosto un invito, per chi mi legge , è di
farla, almeno una volta nella vita, l’ esperienza di un concerto di Sergio
Cammariere dal vivo … Lascerà, alla fine, come una specie di vuoto che , forse,
avrete voglia di ricolmare. Con un altro concerto di Sergio.
Il pubblico
di Molfetta ha ricambiato con grande calore. Sulla pace del suo mare, Sergio
Cammariere ha lasciato un impronta , volando alto e libero come un gabbiano ,planando su quell’ acqua serena e densa di riflessi in una serena notte di luglio. Indimenticabile…
mariapia giulivo
Indimenticabile davvero!
RispondiEliminaHo avuto l'impressione che il pubblico stentasse a "spiccare il volo".
L'umiltà di Sergio nella sua richiesta esplicita d'Amore, fa di lui un artista unico, capace di colmare il Vuoto - anche se solo per la durata di un concerto (che vorresti non finisse mai!)
Grazie Mapi, ciao
Federica...grazie! E' proprio quel "non volere che finisse mai"...che lascia e paradossalmente colma il nostro vuoto...Sergio infonde, diffonde, con spirito universale il valore di una musica che va ben oltre le note...Grazie a te...di cuore. E grazie sopratutto a Sergio, tanto generoso e vibrante...tanto grande e così umano....
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