Le foto, scattate durante il concerto di Napoli, sono di Nino Cagnetta
Sergio Cammariere a Napoli: l' emozione, la commozione, la poesia...
L’ emozione
non ha cronologia, tempi, regole. L’emozione fluisce
libera e prende alla gola, sciogliendosi spesso
in un inspiegabile luccichio degli
occhi. Per scrivere un mio breve report del concerto di Sergio Cammariere a Napoli , al Teatro Augusteo, partirò dalla
fine. La serata del due febbraio è
rigida … il pubblico partenopeo, caldo come il sole … E quando, in chiusura,
con voce commossa, Sergio Cammariere annuncia il suo omaggio a Pino Daniele,
che ha conosciuto … ed ha sentito sempre molto “in alto”….alza lo sguardo al
cielo. Come se quell’ alto, fosse ora non solo
la statura artistica di Pino…ma un alto spirituale che lo pone al di sopra del
cielo e delle nuvole…un alto da cui non
scenderà mai più se non con la sua musica. Sergio è visibilmente toccato. E
quando intona “Napul’è” con la sua straordinaria capacità di interprete, il
pubblico dell’ Augusteo canta. Tutti sono in piedi. Un momento così forte, intenso, che sarà
difficile da dimenticare…una emozione che ha toccato le
corde profonde dell’ anima.
Questo
momento quasi sospeso arriva dopo un concerto di grande raffinatezza , ma anche
di coralità e vivezza di suoni, in cui altrettanto
commoventi e intimi, dolci e rarefatti, sono stati quegli attimi in cui Sergio
Cammariere, da solo, al pianoforte ha donato emozioni purissime e coinvolgenti,
proponendo anche brani che esegue raramente. Con quella sua parte di talento che ha
“dentro” , oltre ad altre sonorità, la poesia della canzone d’ autore. E
dimostrando che basta una voce come la sua e le sue agili mani, che sui tasti sembrano danzare e
diventare infinite, per esprimere una dimensione che a pochi appartiene. Quella
dell’interiorità, di una sensibilità percettiva, quella che lo rende
magistralmente artista, magicamente vicino ai cuori di chi ascolta. Che a me ha
strappato qualche lacrima…
Notevole è
anche lo spazio che Sergio Cammariere ha dato alla sua “famiglia musicale” che
lo accompagna da anni e tra cui è sempre
leggibile una grande intesa. Bruno Marcozzi alle percussioni e Amedeo Ariano
hanno proposto un “duetto” scoppiettante e di
altissimo livello. Luca Bulgarelli, con i suoi assoli di contrabbasso…parla. E
poi il grande Fabrizio Bosso, ospite di inimitabile bravura che con Sergio ha
un collaudato feeling e che ha aggiunto, come sempre il suo tocco magico…Il
concerto si è spesso piacevolmente soffermato
sulle sonorità di un jazz di alta classe, pur non tralasciando i ritmi
cari a Cammariere, quelli latino americani e le musiche del mondo, sonorità che
ha attinto dalla sua grande “curiosità” musicale, dal desiderio di sperimentare
sempre percorsi nuovi. Lo dico sempre. Un concerto di Sergio non è mai uguale
ad un altro. Dalla bacchetta magica dell’artista si sprigionano sempre nuovi fluidi di stelle che volano verso misteriosi angoli di mondo e di cielo…Un mago che con la sua innata
eleganza , con il modo di essere fuori
da ogni schema o etichetta, detta stupore e meraviglia…sogni e passioni.
Attraverso note di sublime altezza…Il
pubblico di Napoli ha molto gradito. Ha
calorosamente accolto un artista che ha sempre tanta voglia di raccontare e
raccontarsi attraverso il linguaggio universale della musica. Ed io sono stata
felice di esserci.
Mariapia
Giulivo