L' immagine di un mandorleto di Avola è presa dal web
CONVERSAZIONI SULLA SICILIA,
terra di contrasti, suggestioni letterarie e poesia…
Nel My Space avevo molti amici siciliani. Uno, particolarmente a me
caro, il poeta, attore , pittore e regista Antonio Calderella che avevo anche conosciuto oltre il mondo virtuale, al Festival Teranova, a Roma. Ci ha
lasciati qualche anno fa….ora è nel suo oltre. Ricordo che il primo approccio
con lui fu una conversazione su Avola, suo paese natale. La conosco bene,
Avola, cittadina della Sicilia sud orientale in provincia di Siracusa…è nota
per le mandorle, di altissima qualità… il mare è una meraviglia… e chiedevo ad
Antonio se conoscesse una gelateria nella graziosa piazzetta del suo paese… Dovete
sapere che i gelati, in Sicilia, sono tutt’altra storia da quelli che si
trovano altrove…E allora pensando ad Antonio, e a tutti gli amici siciliani,
ecco l’ idea di questa pagina…
Parlando della Sicilia, si pensa
subito…mafia. E invece la Sicilia, pur con le sue oggettive problematiche e contraddizioni
sociali,sulle quali sarebbe sbagliato chiudere gli occhi, è una terra
straordinaria, generosa, dai colori intensi e vibranti, dagli odori stimolanti…
come dimenticare quell’ odore di zagara che ti segue ovunque, in ogni stagione,
che stordisce a addolcisce i pensieri? O il profumo dei limoni sotto il sole? E
quello più dolce della cioccolata, il salmastro del mare, il profumo delle
ginestre, dei carrubi, delle tamerici…? E come non ricordare il garbo della
gente, le spiagge di sabbia bianchissima, le vecchie tonnare, la suggestione di
tante cittadine dell’ interno? Ci vorrebbe una vita per descriverle… Ecco. Io
vi sto parlando dell’ altra Sicilia… quella che spesso non appare attraverso i
media e che invece è la vera Sicilia…
Devo dirla tutta e fino in fondo,
per onestà… c’è stato un periodo recente della mia vita in cui , la Sicilia mi
ricordava una ferita, di carattere strettamente personale… e dicevo… che non ci
sarei tornata mai più.
Ma il fascino della Sicilia è più
forte di qualunque evocazione negativa… i ricordi mi hanno fatto tornare molto forte il richiamo
verso una terra che ho amato da subito e da sempre… sono anche golosa e i dolci
siciliani… certi piatti particolari, con influenze orientali… sono anch’essi
parte di una cultura straordinaria, variegata, di indiscutibile valore.
Tempo fa ho avuto un lungo
scambio di mail con un giovane ricercatore siciliano che, per ragioni di
lavoro, come tanti, aveva lasciato la sua terra e si era trasferito a Firenze.
Aveva una nostalgia infinita per il suo mare, i suoi luoghi, i volti della
gente, i ritmi lenti e umani, il sole, l’ azzurro del cielo… le sue parole
erano protese verso il ricordo, ne percepivo la nostalgia struggente… e ci
siamo scritti per mesi sulle infinite suggestioni letterarie della Sicilia. Nomi
importanti… Giovanni Verga, Luigi Pirandello, Elio Vittorini, Vitaliano
Brancati, Leonardo Sciascia, Luigi Capuana, Salvatore Quasimodo ( quante scale
ho dovuto fare per visitare la sua casa, nella parte più alta di Modica, sotto
un sole che abbagliava!)… e ancora… Mario Rapisardi, Concetto Marchesi,
Gesualdo Bufalino, Vincenzo Consolo, Ignazio Buttitta… e ne sto tralasciando
altri… Io bevevo avidamente, quasi incantata, quelle sue parole… e sono andata
a ripercorrere molti dei luoghi di cui mi parlava.
Terra fortemente espressiva… dicevo…
da queste conversazioni con il mio amico Law (così l’ ho chiamato sempre…perché
amava la figura di Lawrence d’ Arabia), è scaturita una poesia. La dedico a
tutti i siciliani, persone amabili e sorridenti,creative, vive…a tutti quelli
che amano come me la Sicilia … a quelli che non la conoscono, invitandoli alla
scoperta… e all’ amico Antonio… che non è vero che non c’è più. Mi ha fatto un
bello scherzo e perciò gli domando… Antò... aunni
ti mucciasti?
Scava
rompe lo specchio
in un
‘orbita di piani
inclinati oltre le dita
nel
racconto di agavi e di sole
rimbalza
– chi sono
chi sei
oltre lo schermo ambiguo
senza
tempo o pareti
accoglie
è stanza bianca di luce
spigolo
d’ ombra e balzo assurdo
disegno a
tre punte dell’ isola
scarto d’
aurora
ho perso
il conto degli anni
ho
tradito lo spazio ed il luogo
nel gioco
a perdifiato
di salite
e confini
sussurra
terrazze di pietra
non so
quanti scalini
quei passi lenti obliqui
nella
docile controra
stordita da giallo di limoni
tra
mattonelle gelate di caffè
in alto
su verso l’ azzurro
così azzurro
da essere deserto
inabitato
da nuvole e certezze
nel
raccontare affanno
inseguo tasti e zefiri di maggio
sapore di
nespole pastose
succhiate
da scorze di rimpianto
ruggine antica tra chiacchiere ritrose
e questo
ingombro di malinconia
questa
trappola d’ occhi e disincanto
lo
steccato da non oltrepassare
per ardire respiri di salsedine….
mariapia giulivo
inedita in volume