Con piacere ospito nel mio blog questo "frammento" di un amico speciale. La foto è sua ...come la scelta della "colonna sonora"...
[Frammenti] Dopo la festa
ti penso
La finestra si apre su un rettangolo grigio e piovoso. Nemmeno il filtro delle tende riesce ad ammorbidire l'acciaio del cielo.
La stanza è il caos. Mi chino a raccogliere due bottiglie, ma mi limito a spostarle da qui a lì. La festa è riuscita bene. Mi accascio sul divano, la vista da qui è ancora più deprimente. Il cielo colore della ghisa e il muro giallo e scrostato del retro di quegli uffici. Davanti travertino e stucchi, dietro beh lasciamo perdere.
Nell'angolo c'è un paio di scarpe da donna, un bigliettino sotto la sinistra. So già cosa c'è scritto: “Ho preso le sneakers di Lavinia.”
Sorrido.
La caffettiera manda il suo richiamo gorgogliante.
Mi verso una tazza di caffè, nero. Il vapore, sottile, si disperde.
Là dove sorge il sole una macchia più chiara nel grigio uniforme lascia sperare in un miglioramento del tempo, forse.
Ti penso.
Distante. Non so se mi pensi. Lo voglio credere.
Bevo il caffè. Guardo un tua foto. Prendo la penna per scrivere. Per scriverti.
Il foglio bianco si riempie di ghirigori.
E allora chiudo gli occhi e metto una canzone a caso. L'elenco scorre rapido sul display, chiudo gli occhi “tap”.
“A volte il vento mi porta
le note di un flauto o il profumo di pioggia
e sogno di averti al mio fianco
ma so che l'oceano mi separa da te”
La finestra si apre su un rettangolo grigio e piovoso. Nemmeno il filtro delle tende riesce ad ammorbidire l'acciaio del cielo.
La stanza è il caos. Mi chino a raccogliere due bottiglie, ma mi limito a spostarle da qui a lì. La festa è riuscita bene. Mi accascio sul divano, la vista da qui è ancora più deprimente. Il cielo colore della ghisa e il muro giallo e scrostato del retro di quegli uffici. Davanti travertino e stucchi, dietro beh lasciamo perdere.
Nell'angolo c'è un paio di scarpe da donna, un bigliettino sotto la sinistra. So già cosa c'è scritto: “Ho preso le sneakers di Lavinia.”
Sorrido.
La caffettiera manda il suo richiamo gorgogliante.
Mi verso una tazza di caffè, nero. Il vapore, sottile, si disperde.
Là dove sorge il sole una macchia più chiara nel grigio uniforme lascia sperare in un miglioramento del tempo, forse.
Ti penso.
Distante. Non so se mi pensi. Lo voglio credere.
Bevo il caffè. Guardo un tua foto. Prendo la penna per scrivere. Per scriverti.
Il foglio bianco si riempie di ghirigori.
E allora chiudo gli occhi e metto una canzone a caso. L'elenco scorre rapido sul display, chiudo gli occhi “tap”.
“A volte il vento mi porta
le note di un flauto o il profumo di pioggia
e sogno di averti al mio fianco
ma so che l'oceano mi separa da te”