Mi
ha svegliata un vento impetuoso che sento ma di cui non vedo gli effetti
sulle povere piante del mio balcone. Ho ancora le tapparelle chiuse e fuori è
ancora buio. Sarà per questo che nella mia veglia forzata, ho riflettuto sulla
luce?
Qualcosa mi ha fatto intravedere per davvero un cammino
in avanti.
Fuori
, come dicevo, è tutto buio. Ma proprio
ora, sola e nel silenzio, avverto una luce infinita che avvolge la mia
coscienza. E’ possibile entrare in questa luce, conoscerla come il proprio
essere. E’ come se all’ improvviso sapessi qualcosa di nuovo sulla profondità e
la grandezza della coscienza, percepisco che posso muovermi in essa e trovare
ogni sorta di cose nuove.
Ma
posso anche entrare al suo interno, posso scendervi, come fosse uno stelo, fino
alle sue radici e al suo fondo, che è l’ illimitata e increata luce.
La
luce, in fondo, ha un ‘ esistenza propria, che non si esaurisce totalmente
nell’ illuminare le altre cose, portandole all’ essere con il suo tocco.
Qual’
è la vita della luce in se stessa? Molti, forse , hanno tentato di dare voce e
parole a questa intima vita della coscienza, quella che forse, continua a brillare
nel Gesù del Vangelo di Giovanni ( che
uno ci creda o no…), in colui che può dire Io sono. Cosa c’è in questo io
sono , senza predicato né oggetto? E’ forse la luce piena, prima ancora che
noi la vediamo riflessa in un oggetto? Posso pensare questo pensiero? Non è
forse quello che io sono, che tutti siamo? Allora, diventiamo consapevoli di
una intensificazione della realtà, come se la luminosità del nostro essere
interiore si allargasse talmente da avvolgerci, come se giungessimo in un luogo
mai calpestato prima, incantato…
Chi
ci insegnerà a tornare sempre e di nuovo a questo punto di luce ?
Chi
ci indicherà la strada per seguire la nostra coscienza fino al suo punto più
splendente, come stare sempre svegli, come cacciare da noi il sonno degli adulti,
dei rassegnati? Chi ci insegnerà a tenerci sempre liberi dal ritmo ripetitivo?
Intravedere una possibile strada: un dono, una conoscenza del cuore; non
qualcosa di conosciuto oggettivamente, ma un conoscere semplice, grazie
al quale si potrebbe giungere al centro di ogni cuore.
Per
sbloccare la luce e la libertà che vi è racchiusa. Una specie di contagio
che scorra da cuore a cuore, liberando dal di dentro la
persona. Cioè , il dono non è altro che noi stessi. Il riconoscimento
della persona interiore. La scintilla della nostra unicità. La sapienza che ha gusto
( sapienza da sapere, avere sapore, assaporare), il gusto della
libertà e della luce che è in noi stessi.
Ho
scritto di getto. Forse ,solo attraversando il buio…ho compreso la luce…