Le immagini mi sono state cortesemente fornite da Giovanni Floccari
Le
“inaspettate sensazioni” di Giovanni Floccari …
Stampato da
“youcanprint”, una agile e versatile
piattaforma di self-publishing, che fuori dalle logiche di un mercato
editoriale sempre più complesso e difficile, consente ad un autore di vedere
pubblicato il suo lavoro in tempi brevi, nasce il romanzo “Quelle inaspettate sensazioni” di
Giovanni Floccari, torinese , quarantottenne, alla sua prima esperienza
narrativa. Dichiaratamente, sul retro di copertina, lo scrittore afferma che il
suo lavoro aveva come “idea iniziale ,quella di scrivere una autobiografia” che
in corso d’ opera si è invece trasformata, seguendo l’ onda delle emozioni e della
fantasia, ingredienti fondamentali per chiunque si avvicini alla scrittura e se
ne senta coinvolto e affascinato, in una storia ricca di sfaccettature,
caleidoscopica, che avvince il lettore e di cui colpisce la ricchezza di scarti e momenti davvero sorprendenti.
La storia
narrata è quella di Matteo, un uomo come tanti, con una vita apparentemente
normale, un lavoro stabile, nessuna relazione impegnativa con una donna ma
forse, alla perenne ricerca inconscia di qualcosa che modifichi il corso ripetitivo della sua esistenza.
Da un evento
scatenante, un viaggio a Londra per una collettiva di fotografia di cui l’ uomo si occupa con passione, la sua vita cambia, prende inattese svolte
che nel corso di lunghi anni, avranno forti conseguenze e
modificheranno la sua umanità e sensibilità, lo porteranno a compiere scelte
importanti, compresa quella della paternità responsabile , a cui lo stesso
autore tiene molto, avendo dedicato il romanzo a sua figlia Alice. E non a caso
è Giulia, la figlia di Matteo, il primo
“personaggio “ che si affaccia al lettore e immediatamente lo coinvolge...Giulia
che ritrova quella specie di “diario” su cui, suo padre Matteo, aveva abitudine
di scrivere e appuntare tutto…spesso rinchiuso nel suo studio, avvolto dall’
inebriante sentore di incensi al
sandalo.
Non svelerò molto della storia
o toglierei la sorpresa a chi il libro vorrà leggerlo. A chi vorrà seguire il
flusso di quelle sensazioni ,già presenti nel titolo stesso, che percorrono
tutta l’articolata narrazione . Diversi volti e corpi di donne , un universo
femminile scandagliato , spesso, con irrefrenabile curiosità e istinto ( molte
le scene di sesso presenti nel libro, assolutamente esplicite e non celate dal
velo dell’ ipocrisia) ma anche con improvvisi slanci di delicatezza, di tenerezza, donne diverse tra
loro , per cultura, età, aspetto, tra cui emerge la bellissima figura di
Annabel, la donna ,forse, a mio avviso, che
nel profondo rappresenta per Matteo il vero cambiamento, il punto di riferimento costante
, un amore insolito, altalenante, ma di
quelli capaci di modificare radicalmente il destino.
“Cos’è che
voglio veramente? Perché ho la necessità di cambiare sempre?” Così si interroga
Matteo, a pagina 213, una domanda che spesso molti si pongono ad un certo punto
del proprio percorso di vita. Questa “insoddisfazione” latente, questa
inquietudine interiore, il riflettere su di essa , è uno dei punti salienti del
romanzo. Dalla superficialità, dai sensi di colpa, da ripetuti e spesso neppure
voluti tradimenti , dai ricordi del
passato , compreso quello della sua “iniziazione sessuale” con una amichetta , Matteo arriva a
maturare molte consapevolezze , con uno spirito sempre autocritico su sé stesso.
La scrittura
del romanzo è scorrevole, dialogica , piacevolmente
coinvolgente. L’ occhio dell’ autore è “fotografico”, la descrizione di persone e luoghi è
dettagliata, affascinante, ci si sente immersi nelle numerose scene che via via
sembrano scorrere sotto gli occhi di chi legge. Così come definirei anche
“cinematografico lo stile narrativo di
Giovanni, denso com’è di colpi di scena, persino di brani musicali che
accompagnano certi istanti come una sorta di “colonna sonora” che fa da
contrappunto al racconto. Ne potrebbe venire fuori la sceneggiatura di un film…
Anche la suggestione di rapporti a distanza, proibiti, nascosti, che prendono
forse origine dal ripensare ad una
“virtualità” , ormai pressante e fortemente destabilizzante nel mondo attuale, compare nel romanzo come
sensazione di un universo interiore che , al contrario, ha bisogno di
rapporti più autentici . Veri. E sono
quelli, che l’ autore cerca, modificando, man mano che il romanzo scorre, il
suo sguardo sulla vita. Maturando una
maggiore coscienza. Questa ricerca, che percorre tutto il libro, ricerca di un
sé stesso più saldo, maturo, di un uomo che seguendo le tracce delle sue
“inaspettate sensazioni” vive momenti trasgressivi e piacevoli ma anche complicati e
destrutturanti, conduce a due colpi di scena finali, degni della migliore
tradizione del thriller. Proprio quando , avanti con gli anni, la sua vita
sembra essersi pianificata.
Non è così, forse, non è mai così…per nessuno. Il
corso del tempo è scandito anche da
imprevisti insospettabili, da agghiaccianti scoperte, da improvvise
rivelazioni, dalla nostra umanità imperfetta e di quelli che abbiamo intorno. Un
finale che lascia con il fiato sospeso, con una sorta di commozione e di
rimpianto…per quello che poteva essere e invece non è stato. Il romanzo si
chiude con la stessa Giulia, che , dopo aver scoperto fatti oscuri
e raggelanti, ripensa con dolore e affetto infinito a Matteo,
il suo indimenticabile amato padre. Il romanzo si chiude…ma resta aperto il mistero
della vita…
Sulla
copertina, la foto riportata è di Giovanni Floccari e rappresenta un luogo
chiave della vicenda, il lago di Avigliana, che ricorda a Giulia, verso le
pagine finali, le giornate che andava a
passare lì con tutta la sua famiglia,
avvolta da quel paesaggio e assaporandone la “pace ed il silenzio
impagabili” , seduta su quel grande
masso , a riva, dove amava " ammirare il bellissimo panorama”. Un luogo di
dolci ricordi che si trasforma, inaspettatamente, incredibilmente in un luogo di orrore e amara scoperta di una triste verità. Consiglio
con piacere la lettura di questo
romanzo. Non vi deluderà.
mariapia
giulivo
QUELLE
INASPETTATE SENSAZIONI, di GIOVANNI FLOCCARI, youcanprint 2016, pagine 206