Seduzione di un ‘isola
(Elio Vittorini)
Ogni uomo è un’isola. Dove l’ho
letto? Chi l’ha scritto? L’ho pensato io?
L’isola…il senso del limitato e
dell’infinito. Territorio spesso inospitale e selvaggio oppure dolce e ridente,
roccioso e lussureggiante . Territorio assoluto di seduzione…Disabitato o
pullulante di vita. Racchiuso entro confini angusti. Terra circoscritta,
ristretta, galleggiante nel mare.
L’isola è desiderio di spazio. Cosa
c’è di più seducente dello spazio? E’ idea di infinito. Il viaggio nell’isola
si snoda tra coste e promontori, è viaggio nella separatezza e nella solitudine
ma è anche ansia di movimento nella illimitatezza delle acque, dei cieli,
dell’aria.
E’ respiro inebriato nella
profondità dell’attimo, nella coscienza di una territorialità che è anche
irrazionale ricerca di spazi di assoluto.
Ogni uomo è un’isola. Corpo seducente fluttuante nell’universo di un mare
immaginato, terra sempre vergine da esplorare palmo a palmo per smarrirsi,
senza mete prestabilite.
E’ l’isola che ti schiaccia, ti
avvince alla terra, ma che ti dà il senso più puro della libertà. Ogni uomo è
un isola…
L’approdo è dolce. Lasciarsi
sedurre dal vento, dai profumi , dall’ ebrezza di un orizzonte ampio e disteso…Partire
da un punto mille volte sognato per rifare un corpo girandogli intorno.
Chiudere palpebre con gesto lieve. Accarezzare.
Scendere, soffiare. Esplorare
cavità. Toccare erbe selvatiche. Sentire l’accenno di un sospiro. Terra aspra e
madida di promesse. Colline, anfratti. Rocce. Piccole alture. Grotte.
Gesti impazienti .Il suono di
frasi che sgorgano da sorgenti invisibili, come acqua densa di alghe e di
detriti. Sentire la tensione, la vibrazione. Scendere. Fermarsi.
Il mistero degli angoli...
Sentire il fremito dell’ acqua. Possedere un sasso. Ripartire.
Inebriarsi tra lingue e linguaggi
sconosciuti. Condurre il viaggio. Abbattere i confini.
Affogare nel mare di infinito
tanto atteso, voluto, cercato. Poi, lo sguardo che seduce e si lascia
sedurre. Terre che si fondono e si
sovrappongono sprofondano nell’abisso. Si avvolgono nei fondali azzurri e riemergono.
Non più due isole. Un'unica terra in attesa di un altro infinito. Rinata tra
estasi e delirio, tra brezze e frenesie di onde in un eterno attimo di assoluto.