giovedì 12 febbraio 2015

non accartoccio passi...




                                                                                                  ph, mariapia giulivo

non accartoccio passi
ma pagine usurate dall’attesa

quando il dolore squarcia
baratto piaghe col rosso della sera
è docile scaldarsi
al tepore di un sogno
ricontare le ore ad una ad una

la vita bussa e si contorce
al gemito dell’alba

tesso giornate lunghe e sulla tela
brilla l’argento vivo dei miei fili

ora le mani frugano nel cuore
cercano le ragioni      il sentimento
pause di fiati
ascolto del silenzio

sono cristallo puro        incorruttibile
attraversami ti prego con la luce

leggi i miei versi
per ritrovare i passi
ed un volo di rondini a dicembre


mercoledì 4 febbraio 2015

Sergio Cammariere a Napoli: l' emozione, la commozione, la poesia...







Le foto, scattate durante il concerto di Napoli, sono di Nino Cagnetta

Sergio Cammariere a Napoli: l' emozione, la commozione, la poesia...


L’ emozione non ha cronologia, tempi, regole. L’emozione fluisce libera e prende alla gola, sciogliendosi spesso in un inspiegabile  luccichio degli occhi. Per scrivere  un mio breve report  del concerto di Sergio Cammariere  a Napoli , al Teatro Augusteo, partirò dalla fine. La serata  del due febbraio è rigida … il pubblico partenopeo, caldo come il sole … E quando, in chiusura, con voce commossa, Sergio Cammariere annuncia il suo omaggio a Pino Daniele, che ha conosciuto … ed ha sentito sempre molto “in alto”….alza lo sguardo al cielo. Come se quell’ alto, fosse ora non solo la statura artistica di Pino…ma un alto spirituale che lo pone al di sopra del cielo e delle  nuvole…un alto da cui non scenderà mai più se non con la sua musica. Sergio è visibilmente toccato. E quando intona “Napul’è” con la sua straordinaria capacità di interprete, il pubblico dell’ Augusteo canta. Tutti sono in piedi.  Un momento così forte, intenso, che sarà difficile da dimenticare…una emozione che ha toccato le corde profonde dell’ anima.

Questo momento quasi sospeso arriva dopo un concerto di grande raffinatezza , ma anche di  coralità  e vivezza di suoni, in cui altrettanto commoventi e intimi, dolci e rarefatti, sono stati quegli attimi in cui Sergio Cammariere, da solo, al pianoforte ha donato emozioni purissime e coinvolgenti, proponendo anche brani che esegue raramente.  Con quella sua parte di talento che ha “dentro” , oltre ad altre sonorità, la poesia della canzone d’ autore. E dimostrando che basta una voce come la sua e le sue agili  mani, che sui tasti sembrano danzare e diventare infinite, per esprimere una dimensione che a pochi appartiene. Quella dell’interiorità, di una sensibilità percettiva, quella che lo rende magistralmente artista, magicamente vicino ai cuori di chi ascolta. Che a me ha strappato qualche lacrima…

Notevole è anche lo spazio che Sergio Cammariere ha dato alla sua “famiglia musicale” che lo accompagna da anni e tra cui è  sempre leggibile una grande intesa. Bruno Marcozzi alle percussioni e Amedeo Ariano hanno proposto un “duetto” scoppiettante e di altissimo livello. Luca Bulgarelli, con i suoi assoli di contrabbasso…parla. E poi il grande Fabrizio Bosso, ospite di inimitabile bravura che con Sergio ha un collaudato feeling e che ha aggiunto, come sempre il suo tocco magico…Il concerto si  è spesso piacevolmente  soffermato  sulle sonorità di un jazz di alta classe, pur non tralasciando i ritmi cari a Cammariere, quelli latino americani e le musiche del mondo, sonorità che ha attinto dalla sua grande “curiosità” musicale, dal desiderio di sperimentare sempre percorsi nuovi. Lo dico sempre. Un concerto di Sergio non è mai uguale ad un altro. Dalla bacchetta magica dell’artista si sprigionano  sempre nuovi fluidi di stelle che volano  verso misteriosi angoli di  mondo e di cielo…Un mago che con la sua innata eleganza , con il  modo di essere fuori da ogni schema o etichetta, detta stupore e meraviglia…sogni e passioni. Attraverso  note di sublime altezza…Il pubblico di Napoli ha molto  gradito. Ha calorosamente accolto un artista che ha sempre tanta voglia di raccontare e raccontarsi attraverso il linguaggio universale della musica. Ed io sono stata felice di esserci.

Mariapia Giulivo