lunedì 17 giugno 2013

e il giorno rotola sempre strano...


ph. mapi giulivo



e  il  giorno  rotola sempre  strano
incerto precede  lo stanco  passo
su  un tappeto di  vecchie  finzioni

l’ erba  verde inchiostro canta terra
sperpera  parole e ironie
nel   gioco che  non rincorre l’ aria

non ho più fiato per  le tue  farfalle
io fumo troppo    e  tu mi hai tolto il tempo

 mi hai cancellato lune e dolci incanti
e quel sogno che sapeva di miele
e l’ emozione di respirare il mare
quel mio credere  libero e leggero
a un ‘ altra vita     fatta di te
dell’ emozione di  entrare nel tuo cuore

la porta è sempre chiusa e la finestra
è quella di una casa sconosciuta

io busso invano e inutilmente
aspetto e perdo tempo sulla soglia…..

inedita- giugno 2013






martedì 4 giugno 2013

Dall' alba alla notte...






                                                    ALBA


Vedo ormai tutte le aurore. Silenzio. Percepisco il mondo attraverso una spessa cortina di silenzio. Il cielo sfuma nel rosa, tra poco sarà azzurro come porcellana.
Le strade si risvegliano quasi  da un intontito torpore, si animano, prendono il colore della vita. Piccole e fragili storie quotidiane si ripetono, finestre che si schiudono.
Sento nell’aria un leggero aroma di caffè che si insinua nell’aria frizzante del mattino. Io me ne concedo solo uno. La mia tazza è già vuota.


                                               SOGNO


Stanotte ho fatto un sogno. Null’altro che un sogno, una storia improbabile, forse, una costruzione intellettuale, un’astrazione fantastica…o un bisogno del cuore…Il sogno è territorio di miti, di fiabe ,di simboli ,allegorie…di segni del destino.
Nella realtà le trasformazioni sono lente , a volte inesistenti, nel sogno avvengono istantaneamente -o sono già avvenute- nel presente senza tempo che è il suo tempo, un tempo magicamente presente.
Il sogno si esaurisce in sé stesso, non ha prosecuzione, è una storia autonoma.
Ha la sua tensione, il suo stile, una sua drammatica fatalità .Ha una forza logica in un discorso follemente irrazionale. Ha quasi il ritmo del poeta ,libertà ma anche assolutezza e rigore.
Ai sogni è facile dare dei cliché: fuga nell’irreale, nel patologico, stranezza, inconsistenza.
Ma chi vive i sogni come una carica di realtà segue la traccia di un’emozione talvolta violenta e il delicato ingranaggio di una storia (improbabile?) con passo fermo e leggero poiché la materia è labile. Il sogno è di chi lo ricorda.
Stanotte ho sognato. Ricordo tutto, in ogni dettaglio. Ho sognato. Questa veglia non mi appartiene. Ho fermato il tempo.



                                 CREPUSCOLO



L’ultimo bagliore del giorno accarezza le margherite. Ne ho un bel bouquet nel vaso verde di cristallo. I colori delle tonde e gonfie corolle, dal giallo più pallido a quello più intenso, si caricano, sotto questa luce quasi crepuscolare di nuove e infinite sfumature.
Dovrei accendere il lume, e non mi va. Mi piace quest’ora così particolare.
Non è più giorno. Tutto si fa discreto e suggestivo. La notte è vicina.
Comincio a sentirla nell’aria, nei profumi, nel mio respiro, nel sangue.
Tra poco non ci saranno più ombre e tornerà quel silenzio. E nello spazio magico in cui le ore scorrono più dolcemente ,sentirò ancora più forte quel silenzio.
Si farà presenza viva e palpitante.
Il cuore accelererà i battiti.
Stringerò a me il silenzio fino a farmi male.



                                 NOTTE



                                               “La notte, l’essenza della notte, non ci lascia dormire”
                                                                        (Maurice  Blanchot)


C’è qualcosa di imprendibile, di indefinibile nella notte che spesso ci toglie il sonno. Ed è sempre la notte degli insonni, innamorati di questo spazio così ricco e immateriale, ad essere lucida ,creativa, piena di scoperte e di poesia.
La notte allontana le ombre, spiazza i chiaroscuri. La notte è la certezza del nero.
La notte è contraddittoria, lacerante.
C’è una notte della ragione, fatta di spazi freddi e di una lucidità spinta ai suoi limiti più estremi. C’è la notte del senso, quella dei chiari di luna ,delle vibrazioni e dei palpiti.
Freddo e caldo, austerità classica e romanticismo liberatorio.
La notte risveglia le forze che il giorno censura.
La notte è cercare a tastoni ,immaginare ,attendere .La notte è il presentimento del giorno. La notte stimola l’invenzione, l’inizio di un discorso. Fatto di tracce, di frammenti e non di percorsi già definiti.
L’occhio deve scoprire ,frugare, diventare indiscreto e avido .La notte è un segreto da penetrare con   sguardo e pensiero aguzzo.
E’ parola silenziosa, non formulata .La notte forma lo sguardo. Lo mette alla prova.
Devi spiare se vuoi afferrare ciò che ancora si muove, vibra, parla, a dispetto dell’oscurità .La notte è sogno e fascino. La notte è anche paura ,connivenza con la morte. E’ dettaglio, verifica.
La notte spesso separa ,è un’esperienza individuale, poco collettiva.
E’ territorio di solitudine ,è come esercitarsi a guardare e pensare da soli.
Ma questa notte non sono sola. Complice è la luna. Mi guarda dal cielo scuro.
Riconosco quegli occhi.

Mariapia Giulivo- Edita su rivista e revisionata oggi.